Mai una gioia, era stato a lungo il grido di dolore del fedele tifoso nerazzurro, nei tempi bui. Seguito da un’inevitabile “Amala“. Come a dire: ragazzi, noi ci siamo sempre, anche quando le cose non vanno bene. Ora però le cose sono cambiate. Oggi l’Inter si gioca certo una sfida difficile, al limite dell’impossibile, contro i titani del City. Ma ai sogni non bisogna mai porre limiti, specie quando sono a un passo. In fondo i guizzi di Lautaro non hanno nulla da invidiare alla potenza di fuoco di Haaland e la squadra ha dimostrato di recente una capacità di andare a segno che sembrava perduta. E poi, diciamocelo: partire con l’etichetta degli sfavoriti ha i suoi vantaggi. Puoi dire: intanto noi siamo arrivati fin qui. E quel che arriva è tutto di buono. Così, se alla vigilia in cui scriviamo volessimo coniare un nuovo urlo di incoraggiamento del tifoso alla squadra, potremmo ispirarci addirittura a Shakespeare. Parafrasando quel bellissimo verso, poi rubato da Javier Marìas per un romanzo. Poche parole, per l’undici nerazzurro, ma significative del sentimenti che albergano nel cuore di ogni supporter nerazzurro, che non ha mai mollato l’undici neanche nel dolore: “Stasera, nella battaglia, pensa a me“.
Editoriale e CommentoStasera, nella battaglia, pensa a me
Stasera, nella battaglia, pensa a me
Per raccontare cosa alberga nel cuore del tifoso nerazzurro, oggi, va scomodato addirittura Shakespeare
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