Nella diatriba tra Cristina “Estetista Cinica” Fogazzi e i tanti che hanno protestato per la concessione degli spazi della biblioteca Braidense per un evento aziendale del suo marchio Veralab, spicca un fatto che forse l’imprenditrice non ha colto: le persone sono stufe di vedersi sbattuto in faccia il privilegio. A dare benzina a questo sentimento sempre più diffuso, è stato indubbiamente il pandoro gate e tutto ciò che è seguito, con la caduta dall’Olimpo direttamente della regina della ricchezza esibita.
Quello che Fogazzi non vuol vedere, quando accusa di classismo chi commenta con orrore la sua festa diversamente discreta tra volumi preziosi, è che lei non è presa di mira perché “puzza di cerette e fanghi” e perché si è fatta da zero. Non è presa di mira perché parvenue, come se invece un evento old money style fosse ben accetto. Quello che non piace più è il privilegio ostentato di chi “lavora, guadagna, paga e pretende”.
Vero: gli eventi aziendali nei luoghi della cultura sono regolamentati dal Ministero, che evidentemente sopperisce così alla mancanza di fondi. Ma il solco tra ricchi (vecchi o nuovi, che ci importa?) e tutti gli altri è sempre più profondo e intollerabile.