Roberto Boninsegna ha compiuto ieri 80 anni e nell’intervista rilasciata al nostro giornale offre alcuni spunti di riflessione su quello straordinario cammino che chiamiamo vita, utili per tutti e non solo per uno dei più forti attaccanti di tutti i tempi.
Bonimba racconta ad esempio di quando il presidente Fraizzoli gli comunicò che l’Inter, dopo sette stagioni in nerazzurro, l’avrebbe ceduto alla Juventus: si sentì scaricato e ci rimase molto male. In bianconero invece ebbe una seconda giovinezza, vincendo due campionati, una Coppa Italia e una Coppa Uefa. Come dire: si chiude una porta e si apre un portone.
Nella vita conta anche la fortuna, come quando ricorda come solo l’infortunio di Anastasi gli aprì la strada per i Mondiali di Messico ‘70, che Boninsegna gioca da indiscusso protagonista: prima con un gol in Italia-Germania 4-3, la “partita del secolo”, e segnando poi l’1-1 nella finale persa dagli azzurri con il Brasile.
Bonimba non dimentica nemmeno che la terza classifica cannonieri, assegnata a Chinaglia solo perché un suo gol venne scambiato per un’autorete. Non sempre la vita è giusta. Lui oggi a 80 anni ci ride su ma non dimentica ed è giusto così. Una bella lezione.