ARNALDO LIGUORI
Editoriale e Commento

Chi paga per l’albero che crolla

Le possibili e importanti implicazioni di una sentenza che riguarda un’auto, una pianta e il Comune di Milano

Piove, governo ladro! Sembra che la più italica delle imprecazioni potrebbe trovare una qual certa traduzione giuridica. Perché se piove, e la pioggia diventa tempesta, e la tempesta fa cadere un albero, e l’albero cade sopra un’automobile, ecco se accadono tutte queste cose il proprietario dell’automobile potrebbe essere risarcito dalla pubblica autorità che ha giurisdizione su quell’albero. A deciderlo è stato un giudice civile di Milano condannando il Comune a versare 4.862 euro a un cittadino la cui automobile era stata distrutta da un albero crollatoci sopra il 25 aprile 2019 (in quel caso, non fu per vento o pioggia). La ragione, in sintesi, è la seguente: la pianta si trovava in un’area verde pubblica e, trattandosi di un bene comunale, il Comune assume la qualifica di custode, pertanto deve rispondere dell’evento dannoso. Questa sentenza, messa nero su bianco, potrebbe rappresentare un precedente importantissimo anche nei numerosissimi casi di richiesta di danno per gli alberi caduti in seguito a tempeste o nubifragi (destinati, per altro, ad aumentare per frequenza e intensità). Perché se in quei casi il meteo svolge un ruolo primario, resta il fatto che la maggior parte delle piante cittadine sono “in custodia” al Comune. Insomma, può darsi che l’ansia climatica che già opprime scienziati e attivisti, d’ora in poi, toglierà il sonno anche ai tesorieri comunali.