Vinitaly-Wine Week, scoppia la guerra di Bacco tra Verona e Milano

Il cambio di date dell'appuntamento veneto irrita gli organizzatori lombardi: "Rispettare il mondo del vino significa anche rispettarne il calendario"

Federico Gordini

Federico Gordini

Milano contro Verona, come nel '400. Oggi però il casus belli non sono le mire espansionistiche di Ducato e Serenissima ma le bottiglie di vino. Una guerra che interessa più Bacco che Marte, insomma.

A scatenare le ostilità è stata la decisione di Veronafiere di organizzare un mini Vinitaly dedicato agli operatoti dal 16 al 18 ottobre, data la rinuncia forzata per il secondo anno consecutivo al tradizionale appuntamento di aprile, ovviamente causa Covid-19. Decisione che sotto la Madonnina, dove ormai da quattro anni in ottobre si organizza la Milano Wine Week (quest'anno in programma dal 2 al 10), è stata vissuta come uno sgambetto. O perlomeno come uno sgarbo, anche perché “non ci hanno fatto nemmeno una telefonata”, lamenta Federico Gordini, presidente di MWW. “Gli eventi devono essere al servizio della filiera del vino, non il contrario – dice Gordini – a maggior ragione in un momento di difficoltà strutturale per il settore. Quando tre anni fa abbiamo lanciato la Milano Wine Week, abbiamo scelto ottobre perché era un mese in cui non pestavamo i piedi a nessuno, oltre che un momento importante per i produttori che fanno circa un terzo delle vendite in questo periodo, soprattutto per quanto riguarda bollicine e rossi”.

Da Verona non commentano, “non vogliamo alimentare polemiche”, ma fanno notare come il loro evento non si sovrapponga nelle stesse date e soprattutto che è B2B, cioè destinato agli operatori, mentre quello milanese B2C, ovvero rivolto al pubblico. Giochi di acronimi che non convincono Gordini: “Siamo il più grande evento italiano, probabilmente europeo, dedicato alla comunicazione del vino che in questi anni sta profondamente cambiando. Coinvolgiamo la città, locali e ristoranti, ma organizziamo anche eventi formativi con ospiti internazionali e degustazioni con operatori collegati da 11 città del mondo. Uniamo diversi target e obiettivi”.

Insomma, ciascuno tira acqua al proprio mulino ma il punto è che, ancora una volta, l'Italia non riesce proprio a fare sistema. “Vediamo se ci sarà qualche ripensamento – chiude Gordini – perché io, che sono anche presidente dei giovani imprenditori di Confcommercio Lombardia, figurarsi se non comprendo il danno del mancato Vinitaly per gli operatori della città di Verona, cui sono profondamente e sinceramente vicino, ma la risposta non può essere quella di improvvisare iniziative. Come MWW abbiamo sempre chiamato tutti, siamo un evento aperto, come testimonia la collaborazione con il Merano Wine Festival. Mettersi al servizio del mondo del vino, valorizzarlo e rispettarlo, significa anche rispettare un calendario".