STEFANO VETUSTI
Economia

Toscana, una calamita per le multinazionali

Terza regione per attrattività degli investimenti

di Stefano Vetusti

Anche nel 2020, l’anno dell’esplosione del virus, hanno investito in Toscana un miliardo e 400 milioni. Le multinazionali straniere scelgono questa terra anche per la sua bellezza, che è già uno spot nel mondo, ma soprattutto per la manualità, la competenza e l’ingegno della sua forza lavoro, frutto di una tradizione antica di saperi in tanti settori, dalla moda alla meccanica, all’agricoltura, all’industria chimica. E la Toscana, da parte sua, cerca di offrire il suo abito migliore, ossia servizi alle imprese che investono, meno lacci burocratici, infrastrutture all’altezza, da quelle logistiche a quelle immateriali, personale qualificato, la conoscenza e la ricerca che alloggiano nelle antiche università di Firenze, Siena e Pisa.

Proprio per attrarre investimenti esteri la Regione dal 2010 ha creato, su impulso dell’ex governatore Enrico Rossi, la struttura Invest in Tuscany. Una iniziativa che ha portato la regione ad essere la terza in Italia dopo Lombardia e Lazio per la capacità di fare da calamita alle multinazionali estere. Oggi sono presenti in Toscana 785 società appartenenti a 573 gruppi a controllo estero: il 59% dell’Unione europea, il 17% dell’America settentrionale, il 9% dell’Asia orientale. A livello di settori il 29% appartiene al manifatturiero, il 20% al commercio all’ingrosso. Le società a capitale straniero generano in Toscana quasi 28 miliardi di fatturato e danno lavoro a circa 62mila addetti. Il primo Paese investitore sono gli Stati Uniti, seguiti dalla Francia – che vanta il primo posto per fatturato con 9 miliardi e per numero di addetti, oltre 20mila – e dal Regno Unito.

"Siamo in Italia da oltre 20 anni con oltre 11mila persone e da sempre la Toscana è terra di elezione per i nostri investimenti" dice Niccolò Moschini, direttore comunicazione corporate del colosso francese Kering, che raccoglie i più grandi marchi del lusso, da Gucci a Balenciaga, Saint Laurent e numerosi altri. Con Ysl il gruppo Kering aprirà a Scandicci, alle porte di Firenze dove è già radicato con Gucci, un nuovo centro per la pelletteria, a Prato ci sarà un laboratorio di analisi chimiche su pelli e tessuti, a Cerreto Guidi, sempre in provincia di Firenze, nascerà con Balenciaga un nuovo stabilimento per la pelletteria dove sono previste circa 300 assunzioni.

Dal farmaceutico all’acciaio, alle nuove energie, alle plastiche innovative, le società straniere fanno da traino a un indotto considerevole di piccole imprese e dell’artigianato. Negli ultimi 5 anni sono stati firmati 40 protocolli d’intesa tra Regione Toscana, amministrazioni locali e imprese per far decollare investimenti strategici in settori innovativi.

La britannica Ineos, che produce plastica green, a Rosignano ha stabilito il proprio centro di ricerca e sviluppo. Lo storico Nuovo Pignone del colosso americano Baker Hughes sforna la prima turbina alimentata con una miscela di idrogeno e gas, investe circa 200 milioni l’anno in ricerca e investirà ancora anche sui siti strategici di Massa e Carrara. La svedese Essity a Lucca produce carta dai residui degli agrumi. La Esaote, gioiello nella tecnologia della diagnostica per immagini, durante la pandemia ha visto decollare la produzione: "Quella di ecografi portatili, consegnati in pochi giorni – sottolinea Pietro Amoretti, direttore dello sviluppo business – è aumentata del 50%".

Poi ci sono la britannica Liberty Magona a Piombino, la chimica a Rosignano con la belga Solvay, la Eli Lilly nel farmaceutico, la giappnese Yanmar che ha scelto la Toscana come base in Europa. Ma lista è lunga. "Il nostro obiettivo – osserva Filippo Giabbani, direttore di Invest in Tuscany presentando l’ebook che raccoglie la storia di 16 multinazionali ‘toscane’ – è far sapere all’estero che non siamo solo arte e turismo ma anche terra di scienza, competenza, industria. Il nostro compito è offrire servizi, infrastrutture, incentivi affinchè la Toscana sia sempre di più un luogo dove scegliere di investire".

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