Tessabit, abiti da tre generazioni: "Il digitale è la chiave del futuro"

La famiglia Molteni iniziò con un piccolo negozio di tessuti a Como, oggi ha 200 dipendenti

Da sinistra Gianpiero Molteni, Patricia Urquiola e Andrea

Da sinistra Gianpiero Molteni, Patricia Urquiola e Andrea

La storia di «Tessabit», l’azienda che ha messo insieme tessuto e abiti, come racconta già il nome, inizia nel 1953 da Giulia e Paolo Molteni, marito e moglie, commercianti di tessuti di alta qualità, itineranti tra il comasco e la brianza. Come succedeva nel dopoguerra, si andava casa per casa a vendere i prodotti, si guardava e si toccava la merce, prima di acquistarla. Poi, un giorno, l’idea dei Molteni di aprire un negozio, il primo, in via Milano a Como, e di cucire anche abiti su misura, servizio completo, insomma, linea uomo e poi donna.

"L’idea venne a mio padre - racconto Gianpiero, figlio dei fondatori della Tessabit - un sarto aveva acquistato tessuto, ma non aveva il denaro per pagarlo tutto, siccome era un sarto bravissimo, mio padre gli chiese di compensare il debito lavorando per noi. E così cominciammo a offrire anche i vestiti su misura da uomo e negli anni settanta da donna". Oggi Tessabit conta 200 dipendenti, fattura settanta milioni e ha una previsione di crescita del 25% entro la fine del 2022. In mezzo, fra l’inizio itinerante e il successo consolidato c’è la storia di tre generazioni Molteni: Paolo, Gianpiero e il figlio Andrea. I sacrifici del primo, il fiuto del secondo che ha saputo fare scounting e continua ancora a selezionare i talenti della moda e l’intuito di Andrea, l’ultima generazione, che ha puntato tutto sul digitale e ha vinto la scommessa.

Oggi il “quartiere generale“ di Tessabit è tra Como, Cernobbio e Bellagio e gli abiti sono ben conosciuti dalle celebrities internazionali, quelle che frequantano il Lago di Como. La storia di Tessabit ha due svolte che ne hanno cambiato il corso. La prima è stata l’abilità di Gianpiero nel puntare sui creativi giusti. Come quando incontrò un giovanissimo e superpromettente Giorgio Armani che lavorava ancora per Cerruti.

"L’incontro con Armani alla sua sfilata del 1978 - dice - è il preludio all’apertura, solo quattro anni più tardi, del primo negozio monomarca "Emporio Armani". "O come quando incontrai - racconta ancora Gianpiero - Dolce e Gabbana, lavoravano ancora in un piccolo appartamento in zona Porta Vittoria. Ne intuì subito le potezialità e acquistai le loro creazioni per i miei negozi".

La seconda svolta è stata quella operata dalla terza generazione, ed è una svolta digitale. Provvidenziale fu l’incontro con la piattaforma Farfetech."La cosa più incredibile - racconta Andrea Molteni - è che nel 2009 pensavamo che lanciare l’e-commerce volesse dire semplicemente aggiungere una canale di vendita e invece ha portato a un cambiamento epocale che ha quadruplicato le vendite, poi si è rivelato determinate nel periodo della pandemia e ora, nella instabilità globale dei mercati fisici, resta il nostro punto di forza".