Superbonus 110, come cambia col governo Meloni: proroga con riduzione al 60-70%

Gli esperti fiscali di Fratelli d'Italia stanno studiando un pacchetto di interventi che riguarda anche pensioni, reddito di cittadinanza e cuneo

Il Superbonus 110 potrebbe diventare Superbonus 60-70% (ma in questo caso si potrebbe definire Bonus). E' questa una delle ipotesi allo studio degli esperti economnici di Fratelli d'Italia, il partito che ha vinto le ultime elezioni e che dovrebbe portare a un governo guidato dalla Meloni, leader del partito.

Superbonus, come è cambiato e come cambierà

Cos'è il superbonus 110%

Il Superbonus è l'agevolazione fiscale disciplinata dall'articolo 119 del decreto legge n. 34/2020 (decreto Rilancio), che consiste in una detrazione del 110% delle spese sostenute a partire dal 1 luglio 2020 per la realizzazione di specifici interventi finalizzati all'efficienza energetica e al consolidamento statico

L'aliquota

Con l'arrivo del nuovo governo di centrodestra, la storia infinita di una delle misure economiche che negli ultimi anni ha riscontrato maggior successo tra gli italiani si arricchirà probabilmente di un nuovo capitolo. L'ennesimo, considerando le continue modifiche a cui il decreto Rilancio, che lo ha introdotto due anni, fa è stato sottoposto. Il prossimo passo potrebbe essere una revisione della maxi aliquota del 110%, proprio quella che lo ha appunto reso il 'super' tra tutti i bonus edilizi.

L'idea Superbonus 60-70%

L'ipotesi su cui stanno ragionando, a quanto si apprende da fonti interne, gli esperti di fisco di Fratelli d'Italia sarebbe quella di portarla al 60-70%, rendendola però strutturale o quanto meno di lungo periodo.

Prima e seconda casa

Lo sconto potrebbe essere legato all'immobile da ristrutturare o al reddito del proprietario che opta per l'intervento. In una formula alternativa o mista che ancora deve essere messa a punto. In pratica, si potrebbe applicare una deduzione più alta nel caso di ristrutturazione della prima casa, rigorosamente non di lusso, e più bassa sulla seconda.

Reddito

O si potrebbe correlare l'entità del bonus al reddito del proprietario, anche se in questo caso bisognerebbe distinguere, ad esempio, tra reddito vero e proprio e patrimonio immobiliare.

Efficienza energetica e crisi del gas

L'obiettivo rimane comunque quello di continuare a incentivare la transizione energetica degli edifici in chiave di sempre maggiore sostenibilità, spiegano le fonti, specificando che questa logica sarà alla base di ogni provvedimento. Senza considerare che il miglioramento dell'efficienza energetica delle case contribuirebbe molto al contenimento dei consumi soprattutto in vista dell'inverno. Con la guerra in Ucraina infatti le forniture potrebbero ulteriormente ridursi e i prezzi volare alle stelle

Incentivi all'edilizia

Se il Superbonus rappresenta infatti la questione da affrontare con più urgenza - tutelando in ogni caso le situazioni aperte in modo da non pregiudicare famiglie e imprese già impegnate - nel tempo dovrà essere riordinata tutta la materia dei bonus all'edilizia, dalle facciate al sismabonus. Il settore continuerà ad essere sostenuto, viene assicurato, ma, partendo dalle reali ricadute economiche, bisognerà cercare di rendere i meccanismi più appropriati, in uno sforzo anche di "responsabilizzazione" di famiglie e imprese.

Cuneo fiscale e reddito di cittadinanza

La revisione del 110% potrebbe trovare spazio nella prossima manovra, in cui dovrebbe arrivare un segnale anche sul cuneo fiscale. Non cancellando ma riducendo il reddito di cittadinanza, che il centrodestra vorrebbe ridefinire come una forma "più puntuale" di assistenza, si creerebbero infatti gli spazi per prorogare il taglio di due punti deciso dal governo Draghi (al costo di circa 4,5 miliardi l'anno) e forse anche per finanziare qualcosa in più.

Flat tax

FdI ha inoltre come obiettivo dichiarato quello di introdurre il più presto possibile anche la cosiddetta flat tax incrementale sui redditi aggiuntivi rispetto all'anno precedente. Una misura non troppo difficile da finanziare, e quindi da inserire nella prossima legge di bilancio, considerando che non creerebbe un buco da coprire con nuove risorse, ma eventualmente solo un mancato nuovo incasso.

Pensioni

Tutto da definire invece il capitolo pensioni. A gennaio 2023 scatta la rivalutazione degli assegni, il cui costo dipende dall'indice Ipca a cui verranno agganciati. L'anticipo di tre mesi scattato a ottobre, di due punti percentuali, è costato circa 1,5 miliardi: se lo si mantenesse così servirebbero 6 miliardi per un anno, ma con la corsa inarrestabile dei prezzi, il conto dovrebbe salire e non di poco. Nella Nadef l'inflazione programmata è infatti prevista al 7,1% quest'anno e al 4,3% l'anno prossimo. C'è poi la necessità, tutt'altro che indifferente, di trovare un'alternativa per evitare il ritorno dal 2023 della legge Fornero.