Smart working semplificato, proroga al 31 dicembre: non serve l'accordo individuale

La norma è contenuta nella legge di conversione del Decreto Aiuti

Smart working

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Retromarcia in extremis sul lavoro agile: lo smart working semplificato verrà prorogato fino al 31 dicembre 2022 per tutti i lavoratori dipendenti del settore privato. Scaduta a fine agosto la prima proroga sul regime agevolato per lo smart working, introdotto sotto l'emergenza sanitaria, viene dunque posticipato al 2023 l'obbligo dell'accordo individuale firmato dal dipendente per poter lavorare in remoto. La misura è stata inserita nella legge di conversione del Decreto Aiuti bis, è già stata approvata dal Senato il 13 settembre ed è in attesa della seconda lettura alla Camera con esito scontato.  

La legge aveva già previsto la conferma del lavoro agile per fragile e genitori di figli under 14, senza necessità di adesioni individuali, costringendo di fatto imprese e lavoratori a firmare in queste settimane accordi ad personam per proseguire nella modalità del lavoro agile, già esperita nel bienno della pandemia. Intese spesso incorniciate in accordi collettivi aziendali di secondo livello per definire il numero di giorni a disposizione per operare in smart e le formule operative. Ora, il nuovo articolo 25 bis della legge di conversione del Decreto Aiuti sposta dal 31 agosto al 31 dicembre 2022 il termine dopo il quale saranno necessari gli accordi individuali, rendendo dunque più semplice e meno "burocratico" l'accesso al lavoro agile. Nella pratica, fino a fine anno, per consentire ai propri addetti lo smart working, le aziende dovranno comunicare telematicamente al Ministero del Lavoro solo i nominativi dei lavori e la data di cessazione della prestazione in forma "agile". La comunicazione semplifcata e telematica vale anche per gli obblighi in tema di salute e sicurezza sul lavoro: Inail mette a disposzione online i documenti.