Pensioni, "anticipo soft" con orario di lavoro ridotto: l'idea del Governo per la riforma

Si potrebbe rimanere la lavoro con un orario minore e percepire parte della pensione. Vantaggi e dubbi

Andare in pensione in anticipo. Oggi si può. Se non per tutti per alcune categorie con ad esempio Opzione donna o l'Ape sociale per le categorie usuranti. Un tema quello dell'anticipo pensionistico.

Inps
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La situazione attuale

Attualmente l'età della pensione di vecchiaia è fissata a 67 anni ma ci si può andare anche  pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi le donne) a prescindere dall'età anagrafica; pensione con 62 anni e 38 anni di contributi (se raggiunti entro il 31.12.2021) oppure con 64 anni e 38 di contributi (se raggiunti entro il 31.12.2022). Quindo attualmente quota 102 (cifra che deve essere raggiunta dalla somma degli anni di anzianità e di contribuzione).

Il Governo

Il governo entro fine anno dovrà mettere mano alla questione pensioni. Una modifica (che sia strutturale o temporanea) necessaria ad evitare al ritorno allo "status quo" della riforma Fornero. Quota 100, quota 102 o altri meccanismi passando per la nuova idea della Lega: quota 41. Intanto ci sono già segnali che lasciano pensare al rinnovo di alcuni meccanismi che permettono l'uscita anticipata dal mondo del lavoro.

​La nuova idea: l'anticipo soft

Nelle ultime ore è però spuntata una nuova idea: invece di andare in pensione in anticipo ci si potrebbe andare progressivamente. Vale a dire? Cifre ancora non ce ne sono ma proviamo ad avanzare alcune ipotesi a titolo esemplificativo. Poniamo che ci possa essere un anticipo di 5 anni. Quando uno a 62 anni, con questo meccanismo, potrebbe chiedere ad esempio di restare a lavorare per 4 ore al giorno e prendere la pensione per le altre 4. Un sistema che avrebbe il vantaggio di un'uscita soft dal lavoro con minori "perdite economiche" derivanti dall'anticipo secco della pensione.

VERSO IL RINNOVO DI OPZIONE DONNA E APE SOCIALE

​Le parole del ministro Orlando

"Rimane aperto il cantiere per il superamento delle misure temporanee di flessibilità in uscita (le varie quote 100, 102, ecc.) e per la definizione di una misura generalizzata e strutturale di flessibilità 'a regime'. Quest'ultimo fronte interseca anche - ha spiegato il ministro Orlando parlando delle Pensioni - il tema della riduzione dell'orario di lavoro e della possibilità di un accompagnamento all'uscita dal mercato del lavoro che, senza anticipare l'età della quiescenza, possa operare invece sul versante della diminuzione delle ore come strumento di flessibilità e anche di ricambio generazionale".

I vantaggi

Un meccanismo che potrebbe permettere anche una modulazione dal tipo lavorare 5 ore nei primi 3 anni (su 5) di anticipo e 3 ore negli ultimi 2 anni. Le cifre come detto sono solo a titolo esemplificativo.

Questo potrebbe anche permettere di conciliare l'innalzamento dell'età pensionistica con la riduzione delle capacità di ciascun individuo che normalmente vengono ad affievolirsi col crescere dell'età, oltre che, ridurre l'impatto economico dell'anticipo pensionistico secco, arrivando progressivamente sino ai 67 anni dell'età pensionistica versando ancora contributi per la parte lavorata. L'idea del Governo è poi che la riduzione del "mezzo pensionato" di orario possa essere compensata da assunzioni di giovani (con eventuali sgravi fiscali).