Manovra governo Meloni: giù le tasse sulle mance ai camerieri. Di quanto e come si applica

Il prelievo ridotto dovrà essere trattenuto dal datore di lavoro

Dare o non dare la mancia? E, nel caso, quanto lasciare sul piattino? Eterno dibattito che movimenta la conclusione di pranzi e cene al ristorante o in pizzeria. Ebbene, fra i vari articoli della manovra varata dal governo Meloni ce n'è uno che riguarda proprio il "ringraziamento" per il servizio a camerieri e cameriere. Le tasse sulle mance, infatti, saranno abbassate. 

L'importo, che costituisce reddito imponibile, sarà tassato ora con una imposta al 5% che sostituisce l'Irpef e le addizionali locali sul reddito. Lo prevede uno degli articoli della manovra contenuto nella bozza definita dal Cdm. Il prelievo ridotto, che dovrà essere trattenuto dal datore di lavoro, si applica per una quota non superiore al 25% del reddito annuale e per un massimo di 50mila euro.

Il testo dell'articolo

"Nelle strutture ricettive e negli esercizi commerciali che offrono servizi di somministrazione di pasti o bevande - si legge nel documento - le somme destinate dai clienti ai lavoratori a titolo di liberalità, acquisite per il tramite del datore di lavoro, anche attraverso mezzi di pagamento elettronici, integralmente riversate al lavoratore ovvero ai lavoratori, previamente individuati, costituiscono redditi da lavoro dipendente e, salvo espressa rinuncia scritta del prestatore di lavoro, sono soggette a una imposta sostitutiva dell'imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali pari al 5 per cento, entro il limite del 25 per cento del reddito percepito nell'anno per le relative prestazioni di lavoro". 

Gli importi delle mance che confluiscono in busta paga vengono anche considerati "per il riconoscimento della spettanza o per la determinazione di deduzioni, detrazioni o benefìci di qualsiasi titolo, anche di natura non tributaria".