
I dati cambiano a seconda delle tipologie di lavoro
Brescia - A Brescia, dopo tre trimestri di caduta della domanda di lavoro somministrato, nell'ultimo periodo del 2020 le richieste evidenziano una variazione di poco negativa (-4%) rispetto allo stesso periodo del 2019. E' lo specchio della ripresa dell'industria manifatturiera che si è vista nei mesi scorsi: la produzione, nel complesso, è di poco inferiore all'epoca pre Covid, in un quadro sicuramente migliore rispetto al commercio e alla ristorazione. La tendenza è registrata dall'Osservatorio "Confindustria Brescia - Agenzie per il Lavoro", a cura del Centro Studi di Confindustria Brescia.
I dati cambiano a seconda dei profili presi in considerazione. Se i conduttori d'impianti (+35%) e gli operai specializzati (+9%) sono in forte crescita, l'impatto è meno significativo per i tecnici (+4%) e quasi immobile per il personale non qualificato (-2%) . Ancora male invece impiegati esecutivi (-25%) e addetti al commercio (-62%).
L'Osservatorio bresciano di Confindustria focalizza l'attenzione sull'evoluzione delle richieste di "professionalità 4.0" legate all'utilizzo delle nuove tecnologie, in una fase di evoluzione dell'industria manifatturiera verso la digitalizzazione dei processi produttivi. Nel 2020 la loro domanda ha intercettato il 23,9% delle richieste complessive, in aumento rispetto al 2019 e al 2018.
La pandemia da Covid-19 "ci ha confermato che occorre cambiare il nostro approccio al mercato del lavoro", sottolinea il vicepresidente di Confindustria Brescia Roberto Zini, "superando la logica del posto di lavoro per parlare di occupabilità". Questo si traduce per Zini nell'esigenza di "prendersi cura delle persone che lavorano o vogliono lavorare", spostando l'attenzione "sui loro percorsi di educazione, istruzione e formazione professionale".