Caro bollette, spazzacamini introvabili. Boom di stufe e caminetti senza canna fumaria

La crisi del gas e la paura dei razionamenti induce le persone a riattivare camini da tempo in disuso o ad adottare sistemi alternativi. Ecco come funzionano

I costi dell'energia volano alle stelle. Le forniture del gas diminuiscono. Crescono i timori di razionamento. Per questo in molti cercano (dove possibile) di riattivare "vecchi camini" da tempo in disuso. E per far questo chiamano gli spazzacamini. Figura professionale oggi già di per sè difficile da trovare. Ancor più oggi. E allora in molti cercano sistemi alternativi per riscaldare le case.

Spazzacamino in azione
Spazzacamino in azione

Quanto inquina un camino tradizionale

In un clima di ansia generalizzato, tra prezzi al metro cubo del metano più che raddoppiati e possibili interruzioni alla fornitura, è iniziata una corsa fuori controllo per acquistare o rimettere in funzione ogni tipo di camino e stufa a legna/pellet. Ricorrere a prodotti datati determina un impatto sull’ambiente e sulla sicurezza molto importante: solo in Lombardia, dove si contano 500mila impianti a biomassa, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa) ha rilevato che il 39% delle emissioni di PM10 deriva dall’impiego di camini a legna (di vecchia generazione); inoltre, la combustione di legname, la cui qualità è spesso non certificata, produce PM2,5, particolati aerei in grado di raggiungere la regione alveolare dei nostri polmoni. Per questo c'è il divieto di utilizzare camini a legna sotto i 300 metri d'altezza.

I rischi

“Questo problema ambientale non riguarda fortunatamente stufe e i camini di nuova generazione, le cui emissioni nocive sono ridotte al minimo. Restano però tre criticità da non sottovalutare; la prima riguarda il costo della legna destinato inevitabilmente a salire, la qualità della stessa, che fa davvero la differenza in quanto a pericolosità per la salute e infine la carenza di manodopera manutentiva” commenta Luca Milani, direttore vendite di maisonFire, azienda di Carate Brianza che produce caminetti senza canna fumaria e distribuisce prestigiosi brand internazionali dell’architettura del fuoco, a legna o gas, con un’elevata attenzione alla sostenibilità. 

Spazzacamini introvabili

“Gli spazzacamini sono oggi introvabili o con tempi d’attesa importanti, vista la domanda più che triplicata. E la sicurezza quando si parla di focolare è fondamentale: una manutenzione scorretta della canna fumaria, oltre all’emissione di sostanze nocive nell’aria, aumenta in modo considerevole il rischio di incendio (10.000 incendi domestici ogni anno hanno questa causa, secondo Anfus). 

Caminetti senza canna fumaria, come funzionano

Esiste una terza via, soprattutto in città, per non dover rispolverare vecchi camini e stufe, spesso fuorilegge, e impiegare di meno il riscaldamento tradizionale, a vantaggio anche dell’ambiente: adottare i caminetti senza canna fumaria. A bioetanolo, elettrici o elettrici ad acqua, consentono di donare tepore a stanze di 25-30 metri quadrati, senza emettere alcuna sostanza inquinante. La fortissima domanda registrata ne è la conferma”, prosegue Milani.

Quanto consumano

I caminetti elettrici ed elettrici ad acqua dotati di funzione riscaldante donano tepore alle stanze di casa con un consumo di 2kw/h pari a circa 0,7 euro all'ora. Si tratta di soluzioni che non richiedono permessi, personale qualificato per l’installazione e obblighi di manutenzione periodica. Non avendo limitazioni legate alla canna fumaria, possono stare a contatto con qualsiasi superficie.

Quanto riscaldano?

“Parliamo di focolari la cui primaria finalità è decorativa, ma se accesi ad esempio tutte le sere per riscaldare e creare atmosfera nella zona giorno, permettono di risparmiare sul riscaldamento mentre ci si rilassa davanti alla TV. Sono una valida alternativa sia con l’arrivo dei primi freddi, sia sul finire dell’inverno, arrivando a usare la caldaia anche un mese in meno all’anno, cosa non banale oggi” prosegue Milani.

Riscaldamenti alternativi

Non solo caminetti. Vista la situazione le persone cercano di informarsi e capire come poter adottare sistemi di riscaldamento alternativi rispetto a quelli tradizionali.

Boom di richieste

“Il periodo settembre-marzo è da sempre molto caldo per aziende come la nostra; quest’anno le richieste di informazioni e di prodotto sono più che raddoppiate; si sta verificando una frenesia dettata dall’ansia e per questo abbastanza incontrollata. I prodotti più richiesti, tra i focolari senza canna fumaria, sono i modelli incassati a bioetanolo, e i camini elettrici con tecnologia led Alisa e Lepiaki, ma anche i camini tradizionali certificati 4 stelle hanno visto un aumento importante. Pensiamo di chiudere il 2022 con un +10% rispetto all’anno precedente, già da record. L’aumento dei listini nelle prossime settimane sarà inevitabile, anche se volutamente contenuto, in considerazione della crescita importante sia dei costi produttivi, sia delle materie prime che dei trasporti. Le richieste provengono principalmente dalle maggiori città (Milano, Roma, Firenze, Bologna, Torino, Napoli, Bari), e come regioni da Lombardia, Veneto, Toscana, Lazio, Piemonte, Puglia e Campania“ conclude Luca Milani.