Coronavirus, il dramma degli industriali: "Terza guerra mondiale, sarà peggio del 2008"

Giuseppe Pasini, leader degli industriali di Brescia, invoca "un Piano Marshall europeo" contro la crisi economica da Covid-19

Un'operaia al lavoro (ImagoE)

Un'operaia al lavoro (ImagoE)

Brescia, 13 marzo 2020 - «È la terza guerra mondiale". Giuseppe Pasini, leader degli industriali di Brescia e in corsa fino a pochi giorni fa per la successione a Vincenzo Boccia alla guida di Confindustria, invoca "un Piano Marshall europeo" contro la crisi economica da coronavirus. Brescia e Bergamo, le province a maggiore vocazione industriale della Lombardia, sono anche le più colpite dall’emergenza sanitaria. "Chi può chiude. Ma il dramma è che nessuno sa quando potrà riprendere". Non fa numeri il presidente di Aib, l’Associazione industriale bresciana, 110.223 imprese che producono l’11% del valore aggiunto della Lombardia e il 2,4% dell’intero Paese, "perché non è quantificabile l’impatto che questo virus avrà sulle imprese. Temo, però, che sarà peggiore della crisi del 2008".

Oggi – spiega Pasini – " è un bollettino da guerra. La priorità è salvare le vite umane, non ci sono dubbi. Conclusa l’emergenza sanitaria si aprirà quella economica". Brescia esporta mediamente il 65% della produzione, "alcune aziende anche il 90%", sottolinea il leader degli industriali. "Questo vuol dire che ci sono imprese che oggi non possono chiudere: chi fa parte di filiere, chi esporta fuori Europa deve rispettare gli ordini per non incorrere in penali e non interrompere catene produttive". L’export , l’internazionalizzazione che ha aiutato a risollevarsi dalla crisi del 2008 e dalla lenta ripresa del mercato interno, rischia di diventare un boomerang. "Quando finirà in Italia, e mi auguro presto, c’è il rischio concreto che l’emergenza interesserà altri Paesi europei. Altri mercati. Ecco perché occorre un intervento a livello europeo". Dinamiche simili anche a Bergamo, 83mila imprese che realizzano 32,5 miliardi di valore aggiunto - il 9,5% della Lombardia e il 2% del totale nazionale - e un export da 16 miliardi.