Bollette alle stelle e inflazione: italiani più poveri. A guadagnare è solo lo Stato

Il paradosso, mentre le tasche delle persone si svuotano aumentano, grazie a tasse e imposte, le entrate: ma fino a quando più durare?

L'inflazione fa male alle famiglie ma fa bene alle casse dello Stato. Sembrerebbe un paradosso ma è così. Merito o demerito, a secondo dei punti di vista, dell'aumento dei prezzi. Nonostante la riduzione dei consumi infatti il carovita (complice anche la "voglia di divertirsi" dopo la fase acuta del Covid) ha portato/costretto gli italiani a mettere mano al portafogli nei primi 8 mesi dell'anno determinando un'impennata del Pil. Ma non solo.

Aumentano inflazione e tasse
Aumentano inflazione e tasse

Cos'è l'Iva e come funziona

L'aumento dei prezzi ha inciso anche sull'Iva (Imposta sul valore aggiunto) che si paga, in percentuale, ogni volta che si acquista un bene o un servizio. Facciamo un esempio. Se un bene costa 1000 euro l'Iva (fissata al 22% per la maggior parte dei prodotti e servizi) sarà di 220 euro. Se il costo di quel bene raddoppia, poniamo 2.000 euro, l'Iva sarà di 440 euro. Facile comprendere ad esempio nel campo dell'energia volati alle stelle quanto, solo in questo campo, sia aumentata l'Iva. 

Cresce il Pil

Ed è per questo che conti pubblici lasciati del governo Draghi migliorano, il Pil (Prodotto interno lordo, che è l'indice che per convenzione delinea la "ricchezza e la crescita di un Paese") del secondo trimestre 2022, secondo le stime Istat, vola al +5%, il rapporto deficit/Pil scende in modo sostanziale dal 7,6% al 3,1%, grazie all'inflazione e all'Iva le entrate volano a +13,4% (periodo gennaio-agosto).

Famiglie più povere

Eppure contemporaneamente le famiglie tirano la cinghia, sono costrette a intaccare i risparmi e devono pagare il conto salato presentato dall'inflazione.

I dati Istat

Questa la fotografia distonica del secondo trimestre del 2022 scattata dai dati dell'Istat in due sue note, una su conti delle pubbliche amministrazioni, reddito delle famiglie e investimenti, l'altra sulle stime trimestrali del Pil.

Il paradosso

I numeri diffusi dall'Istituto di Statistica raccontano due mondi: uno delle ragionerie e dei bilanci, l'altro è quello reale dei supermercati, dei bar e delle bollette da pagare.

Rapporto Deficit/Pil

Nel secondo trimestre dell'anno (aprile-giugno 2022) il deficit sul Pil è sceso al 3,1% dal 7,6%. Se non ci fossero da pagare gli interessi sui titoli di Stato, il terzo trimestre sarebbe stato in surplus con un incidenza positiva dell'1,6% sul Pil. "Fatto che non succedeva da due anni" ricorda il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta.

Aumento delle spese

Gran parte del miracolo è dovuto però al particolare momento che il Paese viveva fra aprile e giugno del 2022, con la crisi Ucraina ancora ai primi video, i venti di guerra oscurati dall'ottimismo della ripresa delle attività economiche e l'estate in arrivo.

Aumenti gas e luce
Aumenti gas e luce

L'effetto fine Covid

L'inflazione e il prezzo della benzina già mordevano e ci si faceva scrupoli sui gradi dell'aria condizionata. Situazione passeggera, dicevano gli esperti mentre le famiglie pensavano all'ombrellone che le aspettava in riva al mare. Così gli italiani hanno messo mano ai risparmi, parte dei quali fatti durante il periodo delle "chiusure" da Covid.

Sempre meno risparmi

Fra aprile e giugno la propensione al risparmio (cioè quanto del reddito viene accantonato) è scesa di 2,3 punti percentuale arrivando a 9,3%. Ci dice l'Istat. Ed è quindi in parte grazie ai risparmi che fra aprile e giugno i consumi sono saliti del 4,1% rendendo possibile un +5% del Pil e contribuendo all'aumento delle entrate fiscali.

Aumenta la pressione fiscale

Nello stesso trimestre la pressione fiscale, è salita al 42,4% con aumento di 0,3 punti percentuali. "Inflazione e crescita del gettito dell'Iva (+18%)" sono all'origine del forte aumento delle entrate fra gennaio e agosto. "Nonostante l'impatto negativo dell'aumento dei prezzi - commenta l'Istituto di Statistica - il potere d'acquisto delle famiglie è sceso solo lievemente (-0,1%)" non tanto cioè da compromettere i consumi".

Il futuro?

Questo vale per aprile-giugno scorso. Ma fino a quanto i risparmi e la cinghia stretta degli italiani potranno sostenere l'economia e i conti del Paese, ammortizzando gli effetti dell'inflazione sui consumi?

Le tre emergenze

"Tre sono le grandi emergenze che il nuovo governo si troverà ad affrontare da subito, anche in raccordo con l'Europa: fronteggiare l'emergenza energetica, contenere l'inflazione e contrastare il pericolo recessione", attacca il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli che paventa per ottobre un'inflazione al 9%, la chiusura di 120 Pmi con la perdita di 370.000 posti di lavoro nella prima metà del 2023.

A rischio un milione di posti di lavoro

"Davanti a noi ci sono mesi complicati, inflazione altissima, probabile recessione, aumento incredibile dei prezzi dell'energia", dice il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra che vede a rischio "un milione di posti di lavoro e la sopravvivenza di migliaia e migliaia di aziende". Da tutti corpi intermedi di chiede al nuovo Governo "interventi strutturali" prima della legge di bilancio. Il Codacons chiede di "abbattere prezzi e tariffe in modo stabile e duraturo". "Agganciare gli stipendi all'inflazione programmata", chiede l'Unione Consumatori. "Energy recovery fund", fissazione di un tetto al prezzo del gas e revisione dei meccanismi e delle regole di formazione del prezzo dell'elettricità" è la ricetta infine Confcommercio.