DANIELE RESCAGLIO
Economia

Parla la signora dell’agroindustria: il successo? Nel rapporto umano

Cremona, Alessandra Lazzari guida il polo Syngenta dove nascono semi per i campi del Sud Europa

Alessandra Lazzari guida il polo Syng

Casalmorano (Cremona), 11 febbraio 2022 - È alla guida di uno dei principali siti produttivi del colosso agroindustriale Syngenta, quello di Casalmorano, punto di riferimento dell’intero bacino del Mediterraneo. Alessandra Lazzari responsabile produttivo del sito della bassa cremonese dove vengono processate ogni anno seimila tonnellate di sementi di mais, ha una laurea magistrale in ingegneria gestionale, indirizzo manufacturing&management e ha iniziato in Syngenta a gennaio 2011. Un settore, quello agricolo, per molto tempo considerato prettamente maschile, nel quale scienza, ricerca, management e capacità di sfruttare al meglio il capitale umano sono oggi elementi più che mai importanti.

Se lo sarebbe mai aspettato di entrare a lavorare in un settore come quello sementiero e agricolo, raggiungendo posti di vertice? "Sinceramente no. A quei tempi, quando ho concluso gli studi non era assolutamente chiaro quale potesse essere il mio futuro. Mi sono sempre piaciuti gli argomenti scientifici aspiravo adentrare in una realtà in cui l’aspetto scientifico, legato alla ricerca e all’innovazione fosse prevalente. Analizzare i processi, trovare spunti per poterli migliorare, porre domande a chi in prima persona lavora per far sì che questi processi funzionino meglio sono sempre stati i miei interessi. E qui li ho trasformati in un lavoro. Questo stabilimento sviluppa ibridi di mais per i mercati del Sud Europa e ha alle spalle una storia di oltre 80 anni. Copre oltre 30mila metri quadri e comprende 1.600 ettari di terreno seminato. Qui lavorano all’incirca 100 dipendenti compresi gli stagionali. La produzione è aumentata del 10 per cento tra il 2020 e il 2021".

Qual è il risultato migliore che secondo lei avete raggiunto? "Diciamo che forse la sfida più grande, il risultato più grande riguarda il rapporto umano. Se si ha un problema tecnico ci si siede attorno ad un tavolo e lo si risolve, ma il rapporto umano è altro, vuol dire relazionarsi con una platea di colleghi di differenti età, differenti culture. Penso di poter dire che l’aria che si respira a Casalmorano è di fiducia, trasparenza empatia".

L’emergenza sanitaria ha inciso sul vostro lavoro? "Noi dipendiamo dalla natura, non possiamo permetterci di dire oggi non lo facciamo e rimandare a domani. Abbiamo sospeso l’attività per due o tre giorni a inizio marzo del 2020, poi abbiamo applicato regole rigide, che ci hanno permesso di evitare focolai in azienda. Certo abbiamo avuto dei casi, ma non ci siamo mai fermati".

È difficile conciliare lavoro e famiglia? "Non è semplice, ma non è impossibile. Le sfide sono tantissime, con l’esperienza si matura, man mano si prendono decisioni più adeguate. Io fortunatamente ho la possibilità di avere una certa flessibilità che mi permette di gestire la famiglia, poi “i santi nonni“ e il supporto all’interno della famiglia".

Molti giovani sognano di andarsene all’estero... lasciare l’Italia per avere opportunità migliori. Le cosa consiglierebbe a un neo-laureato magari con il suo stesso curriculum di studi? "Noi come azienda collaboriamo con molte università. Mi sento di dire: non sottovalutate l’Italia, non scartatela a priori perchè ci sono realtà valide. E poi io sono in Italia, ma in un contesto mondiale, ci sono giorni in cui si parla solo inglese".