ROBERTO CANALI
Economia

Rifiuti, il piano industriale di A2A: sei miliardi per favorire il riciclo

Cernobbio, dal Forum Ambrosetti l’allarme: tra tre anni discariche piene. Serve una svolta

Il presidente di A2A, Marco Patuano

Cernobbio (Como), 4 settembre 2021 - L’economia circolare ha cambiato anche il concetto di rifiuto, non più solo scarti ma materie da riutilizzare, con l’obiettivo di ricavarne nuove materie prime ed energia. Un tesoro che vale il doppio in un Paese povero di risorse naturali come l’Italia, dove anche in materia di rifiuti, discariche e raccolta differenziata siamo il fanalino di coda dell’Europa. Se n’è discusso ieri a Cernobbio al Forum Ambrosetti grazie a uno studio molto dettagliato realizzato da A2A. Il dato di partenza è allarmante: entro i prossimi 3 anni andrà esaurita la capacità residua delle discariche in Italia e per colmare il gap degli impianti occorrono investimenti per 4,5 miliardi di euro.

La buona notizia è che il ritorno in termini di indotto potrebbe essere di 11,8 miliardi di euro, con benefici anche per le famiglie che risparmierebbero 550 milioni di euro sulla Tari, mentre a livello ambientale si risparmierebbero 3,7 milioni di tonnellate di CO2 immesso in atmosfera. "Mentre in Italia fa fatica ad affermarsi una visione di crescita impiantistica, altri Paesi accelerano sul riciclo e sviluppano impianti di recupero energetico – spiega Marco Patuano, presidente di A2A –. Affinché l’Italia possa raggiungere i target fissati dall’Europa in ambito economia circolare è necessario investire fino a 4,5 miliardi di euro in infrastrutture dedicate al trattamento dei rifiuti per i quali non sarà difficile trovare finanziamenti privati.

Per realizzare una vera economia circolare nel Paese è indispensabile superare la sindrome "nimby" (acronimo anglosassone che descrive chi protesta perché non vuole impianti nocivi o pericolosi costruiti vicino alla propria casa, ndr) costruendo un dialogo fra istituzioni, cittadini e imprese per una efficace collaborazione". A2A ha un piano industriale che prevede 6 miliardi di investimenti entro i prossimi dieci anni. "Siamo pronti a fare la nostra parte con progetti mirati nelle zone del Paese carenti dal punto di vista impiantistico – sottolinea Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2A – I capitali dei privati utili allo sviluppo del settore necessitano di due condizioni: un contesto regolatorio adeguato e un fondo di garanzia statale che tuteli dal rischio".