MARCO GALVANI
Cultura e Spettacoli

Viva Lion, un disco per Hollywood

Con l'ultimo album 'Bona fide' l'artista venuto dal punk inglese entra nel 'catalogo' delle colonne sonore

Viva Lion

Milano, 12 marzo 2021 - La libertà di espressione. In modo autentico. Genuine or real, per dirla all'inglese. In 'Bona fide', per cantarla come Viva Lion. Senza filtri né compromessi. Daniele Cardinale, l'artista venuto dal punk inglese che ha aperto i concerti degli Stereophonics, ha un unico motto, che poi è anche il senso del suo nome artistico: “Un invito ad affrontare i problemi di petto”. E così “sono uscito dall'indecisione su che tipo di disco fare” per arrivare ad avere un vocabolario musicale che va dall'acustico ai synth, dalla classica al rock al rap.

'Bona Fide' sono 11 tracce meno americane e più europee: “Nel sound c'è l'amicizia, mentre nei testi puoi trovare l'introspezione, la perdita e l'amore”. Cinque anni di gestazione con la produzione di Federico Nardelli (Ligabue, Le Vibrazioni, Gazzelle), Federico Coderoni e Giampaolo Speziale, la registrazione tra Roma e Berlino e atmosfere cinematografiche che hanno attirato l'interesse di Flipper Music, società milanese di music publishing che lavora con Hollywood e ha comprato i diritti dell'album.

“Il sogno è che qualche canzone possa trovare posto in qualche film...”, confessa Daniele. In fondo, già 'Hope in the hill' – brano contenuto nel primo full album di Viva Lion – è stato inserito in 'Monolith' girato negli Stati Uniti e distribuito in tutto il mondo. La musica di Daniele è sì da colonna sonora. Puoi ascoltare e vedere. Puoi stare in piedi su un precipizio a scrutare aspettative e punti di arrivo con l'indie rock. Puoi passare dalla routine stressante della metropoli alla semplicità della country life in una 'quasi suite', goderti il folk tra Bob Dylan e Bruce Springsteen pennellato da un organo vintage che suona come una fisarmonica. Ci sono le voci di bimbi e mamme al parco giochi con la chitarra classica e i samples, un acustico intimo per una neonata venuta al mondo in modo inaspettato e una relazione sopraffatta dai conflitti raccontata con stile beatlesiano. Un disco da ascoltare. Anche se “adesso non voglio far passare altri 5 anni per il prossimo”. Nel mezzo, “spero ci facciano tornare presto a suonare dal vivo. E se potessi scegliere andrei di corsa a Berlino, New York e Toronto”.