Il 6 ottobre 1956 Albert Sabin donava al mondo il suo vaccino contro la polio

Lo scienziato rifiutò sempre di brevettarlo e guadagnarci sopra: “È il mio regalo a tutti i bambini del mondo”

Albert Bruce Sabin, a New York, negli anni Cinquanta

Albert Bruce Sabin, a New York, negli anni Cinquanta

Il 6 ottobre di 65 anni fa il medico virologo Albert Bruce Sabin sviluppava il vaccino contro la poliomelite partendo da alcune ricerche sulla coltivazione di virus in terreni cellulari. Lo scienziato, di origine polacca, aveva raggiunto gli Stati Uniti nel 1931 e durante la Seconda guerra mondiale aveva perso due nipotine per mano delle SS naziste.

In quegli anni, la poliomelite colpiva centinaia di migliaia di persone ogni anno. La malattia, estremamente contagiosa poteva causare paralisi, soprattutto tra i bambini. Prima di testate il vaccino sull'uomo, Sabin lo provò su sé stesso e, poi, sui suoi due collaboratori.

Inizialmente, le autorità americane puntarono su un altro vaccino, che si rilevò inefficace. Ma i paesi dell'Asia e dell'Europa dell'Est iniziarono a utilizzare il vaccino di Sabin con enormi successi: in molti Paesi non si verificò più alcun caso di poliomielite. Seppure con ritardo, anche gli Usa seguirono il nuovo corso e nel 1963 i meriti dello medico polacco furono riconosciuti dalla comunità scientifica.

In tutto questo, Sabin rifiutò sempre di brevettare il suo vaccino, rinunciando ai ricavi commerciali da parte delle industrie farmaceutiche. Dalla sua scoperta non guadagnò mai un solo dollaro. Lo fece per mantenere basso il prezzo del vaccino e aumentare la sua diffusione: «Non volevo che il mio contributo al benessere dell'umanità fosse pagato con della moneta».

Durante la Guerra fressa, inoltre, donò gratuitamente i suoi ceppi virali allo scienziato sovietico Michail Čumakov, in modo da permettere lo sviluppo del suo vaccino anche in Unione Sovietica.