Bach, l’armonia e il mistero. I Concerti Brandeburghesi con un ensemble unico

Tutto esaurito, martedì 15 agosto, per l'opera del genio di Lipsia eseguita al Teatro Dal Verme da “Il Giardino Armonico”

Giovanni Antonini guiderà i musicisti nell’interpretazione dei Concerti Brandeburghesi

Giovanni Antonini guiderà i musicisti nell’interpretazione dei Concerti Brandeburghesi

15 agosto 2017, Milano - Ma che splendida idea, per festeggiare Ferragosto, quella che propone ai milanesi rimasti in città e ai numerosi turisti “Milano Arte Musica”, il festival di musica antica giunto alla undicesima edizione. Oggi alle ore 18,30 al Teatro Dal Verme si potrà ascoltare l’edizione integrale dei “Concerti Brandeburghesi” di Johann Sebastian Bach eseguiti da “Il Giardino Armonico”, diretto da Giovanni Antonini. L’ensemble nato a Milano nel 1985, oggi è fra i maggiori gruppi musicali specializzati nell’esecuzione con strumenti originali, sempre presenti nei festival internazionali di musica antica. Il loro repertorio organico varia da tre a trenta musicisti a seconda delle necessità di partitura, ed è incentrato soprattutto sulla musica strumentale e vocale del Sei-Settecento.

I concerti Brandeburghesi sono sei concerti composti da Bach (1685-1750) nel periodo che trascorse, dal 1717 al 1723, alla corte di Köthen, nel ducato della Sassonia. In quegli anni fu costretto ad abbandonare la musica sacra per organo e coro e comporre musica strumentale per allietare il suo pubblico. Il 24 marzo 1721 i concerti furono dedicati ad un possibile mecenate, il margravio Cristiano Ludovico di Brandeburgo-Schwedt. Si ispirano all’idea di concerto grosso italiano, ma con l’innovazione di impiegare svariati strumenti musicali. Fra questi si distinguono quelli a fiato, combinati con altri strumenti: due corni da caccia, tre oboi, fagotto, violino piccolo nel primo concerto. A cui si aggiungono tromba, flauto dolce, oboe, violino nel secondo e, nel quinto, flauto traverso, violino e clavicembalo, infine l’organico di soli archi che domina sia il terzo che il sesto. Sono fra le opere di Bach più eseguite, da ascoltare con attenzione, per scoprire l’ammirazione sconfinata che il genio di Lipsia aveva per Vivaldi.

Si riconosce quell’energia nei bassi conseguenza dell’intensità della recente scoperta del principio tonale che imprime alla musica quel senso di gioia, di armonia fra uomo e natura. Nello stesso tempo si avverte la profondità del compositore, la sua spiritualità che dialoga con il mistero di Dio e dell’umanità. Nella musica strumentale bachiana i “Brandeburghesi” rappresentano un unicum, anche perché allo sperimentalismo interno proprio di ogni concerto si aggiunge un’architettura unitaria nell’intera serie attraverso minuziose trame strutturali.

Il concerto è tutto esaurito. Oggi, alle 18,30, al Teatro Dal Verme in via San Giovanni sul Muro 2.