
La mostra “Il testimone“ è stata inaugurata in Tribunale, disegni realizzati durante i processi in Assise. La tradizione Usa e il primo progetto in Italia: "Usare la bellezza per raccontare il mondo che ci circonda".
di Andrea GianniMILANO"Ho sempre pensato che il compito di un artista non sia semplicemente ricercare la bellezza, ma imparare a usarla per raccontare il mondo che lo circonda". Un mondo che Andrea Spinelli osserva nelle aule imponenti della Corte d’Assise di Milano, ritraendo imputati in processi mediatici (come Alessia Pifferi o Alessandro Impagnatiello) o in casi di cronaca rimasti fuori dai riflettori, avvocati e magistrati, parenti delle vittime, cancellieri, giornalisti e tutto quel mondo che gravita attorno alla macchina della giustizia. Opere ora al centro di una mostra, “Il testimone“, inaugurata ieri e aperta fino al 23 maggio a Palazzo di giustizia.
"Raccontare i protagonisti del processo penale attraverso l’interpretazione artistica dell’illustratore giudiziario – spiega il presidente del Tribunale di Milano Fabio Roia – è un modo per tutelare anche i soggetti. L’idea antica ma innovativa è piaciuta, si è creata una contaminazione positiva che ha portato alla stipulazione di un protocollo anche con l’Ordine degli avvocati e quindi l’impegno si è moltiplicato. Il creare i ritratti dei volti, delle parti e dei presenti, con le loro espressioni e la loro mimica, rappresenta una cronaca efficace, affascinante e gentile".
Spinelli è oramai un habitué dal Palazzo di giustizia di Milano. Ha seguito, con carta e matite, il processo a carico di Alessia Pifferi e quello a carico di Alessandro Impagnatiello, il barman che uccise la fidanzata Giulia Tramontano, incinta del piccolo Thiago, a Senago. Casi mediatici e anche processi su fatti altrettanto drammatici ma rimasti fuori dai riflettori.
Rosa Fabbiano, condannata per aver ucciso e aver fatto a pezzi la madre, nascondendola nel suo appartamento a Melzo. Lucia Finetti, che il 12 giugno del 2021 uccise il marito, Roberto Iannello, con 14 coltellate. A Brescia si è cimentato con il processo di revisione per la strage di Erba, ritraendo Olindo Romano e Rosa Bazzi.
"In Italia mi sento un precursore – racconta Spinelli – mentre invece in Paesi come gli Stati Uniti c’è una grande tradizione di disegnatori all’opera durante i processi". Aule alle quali, spesso, le telecamere non possono accedere. Una forma di reportage artistico e giornalistico regolamentata anche da accordi con il Tribunale di Milano, e con l’Ordine degli avvocati.
"Di Alessia Pifferi mi ha colpito il suo sguardo assente – ha spiegato Spinelli – il vuoto che vedevo nei suoi occhi".