
La scrittrice Silvia Montemurro
TREMEZZINA (Como)
Una principessa che sembra uscire dalla più classica delle fiabe, e che invece arriva da un’avvincente pagina di storia ottocentesca del lago di Como, con le sue bellezze rimaste immutate fino a oggi. Come Villa Carlotta di Tremezzina, dimora storia carica di vissuti e suggestioni, regalo della duchessa Marianne Nassau alla figlia Federica Luisa Carlotta di Prussia, trascinata sul lago nonostante la sua ostinata riluttanza, e rimasta "senza fiato", davanti a tanta magnificenza. Luoghi che la scrittrice Silvia Montemurro ha amato, studiato, approfondito alla ricerca delle microstorie di chi ha vissuto in questa e in altre "dimore di delizia" del lago di Como, per renderle protagoniste di un progetto narrativo inedito quanto accattivante: cinque romanzi, ognuno ambientato in una diversa villa del Lario, dove le famiglie, gli ospiti, le servitù si incrociano di continuo, in un grande affresco che abbraccia un’intera società. Ora arriva in libreria il primo romanzo, "Il segreto di Villa Carlotta", edito da Giunti.
Silvia Montemurro, l’ambientazione sul lago di Como è moda o c’è di più?
"C’è un mondo vastissimo, che dopo Fogazzaro non è più stato raccontato. Il Lago di Como faceva parte del Grand Tour dei rampolli benestanti milanesi ed europei, era la loro meta glamour. Qui si creavano relazioni e conoscenze, si decidevano matrimoni. Sono partita da questi spaccati di una realtà che mi è sempre piaciuta tanto, unendo l’invenzione e stravolgendo i personaggi. Dando sfogo a una ossessione che mi affascina fin da quando ero piccola: esplorare castelli, leggere e raccontare di principi e principesse. Ma anche scoprire diari segreti, esplorare leggende e scrutare un po’ nello spiritismo".
Ci sono tanti modi per affrontare il romanzo storico, lei quale ha scelto?
"All’inizio ero molto rispettosa dei personaggi e di ciò che rappresentavano, del loro status. Poi un giorno mi sono imbattuta in un episodio che mi ha fatto svoltare: a Versailles, durante i balli in maschera, uno dei divertimenti degli invitati era schiacciare le persone. Da quel momento ho iniziato a vedere la nobiltà con altri occhi, e ho capito che dovevo lasciarmi andare quando raccontavo di loro".
Come ha trovato l’equilibrio tra storia reale e invenzione? "Ho mescolato così tanto, che non si capisce più cosa sta da una parte e cosa dall’altra. Diciamo che scrivo fiction con aspetti realistici, che si scoprono leggendo. Alcuni personaggi sono stati manipolati, come la fantastica nonna di Carlotta che ho fatto vivere più a lungo, oppure sono stati collegati tra loro".
Perché tutta questa voglia di romanticismo?
"Perché lo abbiamo perso, e lo cerchiamo scappando in luoghi come il Lago di Como".
Paola Pioppi