Silvia Colasanti si confessa: "Io compositrice classica? Una passione nata quasi per caso"

L'artista presenta in prima esecuzione assoluta il suo nuovo brano oggi e domenica all’Auditorium di Largo Mahler, con l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi

Silvia Colasanti

Silvia Colasanti

 

Milano - Con il nostro tempo Silvia Colasanti ha in corso un dialogo continuo. La compositrice presenta in prima esecuzione assoluta il suo nuovo brano commissionato da LaVerdi, "Esercizi per non dire addio per violino e orchestra". Appuntamento questa sera ore 20 e domenica ore 16 all’Auditorium, Largo Mahler, con l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi diretta da Jader Bignamini, al violino Domenico Nordio; in programma, oltre l’inedito, "Sinfonia n. 9 in Mi bemolle" di Šostakovic maggiore op. 70", "Concerto per violino e orchestra in Re maggiore op. 61" di Beethoven.

Maestra, cosa significa comporre oggi musica classica?

"Confrontarsi ogni giorno con secoli di storia, non possiamo ignorare la memoria. La musica contemporanea deve essere ascoltata, è una voce importante nell’arte, parla il linguaggio del presente. Ascoltiamolo".

Nei secoli passati poche donne sono state compositrici e oggi?

"Secoli fa per la donna non c’erano tanti sbocchi professionali, soprattutto in ambito creativo. Solo negli ultimi decenni sono emerse tante e brave nuove compositrici, ancora in minoranza rispetto agli uomini ma abbiamo secoli di ritardo, dateci tempo".

Una bella immagine di Silvia Colasanti
Una bella immagine di Silvia Colasanti

Com’è diventata compositrice?

"Per caso, quasi senza accorgermene. Non provengo da una famiglia di musicisti, ho cominciato molto piccola a studiare pianoforte, più tardi vi ho affiancato studi di composizione senza immaginare che sarebbe potuto diventare il mio lavoro. E invece a poco a poco mi sono ritrovata dentro la composizione, ci sono state le prime esecuzioni di miei brani, i concorsi, l’editore Casa Ricordi ha deciso di pubblicare la mia musica, poi commissioni sempre più importanti e mi sono ritrovata compositrice".

Alla Verdi esegue un suo brano inedito.

"Dal 2021 sono residente a LaVerdi, è un rapporto di collaborazione profonda, creo per loro nuovi brani e altri, scritti in passato, sono proposti durante la Stagione concertistica. Questo significa che anche la musica contemporanea può diventare repertorio, può essere ascoltata e riascoltata da vivo più volte. “Esercizi per non dire addio per violino e orchestra“ è stato scritto per un violino solista e un’orchestra, ho iniziato a comporre in forma di concerto poi la scrittura mi ha portato a scrivere questo lavoro in un unico movimento. Scrivendo mi sono confrontata in un dialogo costante con la forma violino e orchestra di cui ci sono tante e ricche partiture da secoli".

Cosa crede di avere ricevuto da Milano?

"Tantissime opportunità sia da un punto professionale che umano. Qui ho incontrato il mio editore con cui ho veramente una collaborazione molto bella; con tutta l’istituzione de La Verdi ho un rapporto intenso con loro mi sento in famiglia. Milano è una città generosa".