
Side Baby all’anagrafe Arturo Bruni 30 anni uno dei trapper romani fondatori della Dark Polo Gang, collettivo in attività dal 2014 al 2018
"Non posso svelare i nomi, ma ci saranno tanti amici con me sul palco”. Side Baby si prepara al concerto di stasera ai Magazzini Generali senza tensione, ma ammette: "Non vedo l’ora". Arturo Bruni, il nome all’anagrafe di uno trapper romani fondatori della Dark Polo Gang - collettivo in attività dal 2014 al 2018 -, promette scintille sul palco di ‘Leggendario concerto’.
Bruni, come è nato il progetto della Dark Polo Gang? Vi sareste mai aspettati il successo?
"L’idea è venuta in modo naturale. Mi è sempre piaciuto il rap, scrivevo e facevo freestyle da bambino. Finito il liceo, eravamo tutti alla ricerca di qualcosa da fare. Dylan (Thomas Cerulli in arte Pyrex, ndr) ed io abbiamo iniziato a registrare. Frequentavamo casa di Wayne Santana (Umberto Violo, ndr) a Roma nel rione Monti, c’era Tony Effe (Nicolò Rapisarda, che ha fatto parte del collettivo insieme anche a Sick Luke, Luca Antonio Barker). Registravamo musica un po’ tutti e da lì è nata l’idea di diventare un gruppo. Mai ci saremmo aspettati che la Dark Polo Gang sarebbe diventata così conosciuta".
Avete brevettato uno stile…
"Roma è sempre stata una città un po’ particolare per il rap, però è sempre stata considerata secondaria rispetto ad altre città magari anche più piccole. Noi siamo stati i primi a fare in video autoprodotti ma con attenzione alla qualità. E questo ci ha fatto conoscere".
In vista del live di Milano ha qualche paura?
"Non ho timori, voglio solo che il pubblico che viene a vederci si diverta".
Come è cambiato Side Baby dai tempi della Dark Polo Gang a oggi?
"In realtà sono sempre io, adesso sono un uomo. Ma pur sempre un uomo di Roma, che porta in giro per l’Italia la propria musica".
Ha gesti scaramantici che ripete prima di salire sul palco?
"Non sono un tipo da scaramanzia, anche perché per me è un divertimento esibirmi. Al massimo bevo un paio di drink (ride, ndr)".
Cosa vedremo sul palco dei Magazzini Generali?
"Ci saranno sicuramente i brani classici che i fan miei e della Dark Polo Gang amano, ma anche qualche canzone che il pubblico si aspetta un po’ di meno. Sarà una grande festa per tutti".
Quello dei trapper è spesso un linguaggio molto duro e spigoloso. Cosa risponde a chi vi accusa di sessismo?
"Il rap è sempre stato crudo, diretto, senza filtri. L’evoluzione è naturale, e chi fa musica deve essere consapevole di quello che dice, ma non si può pretendere che il rap diventi un discorso politically correct. Con questo genere raccontiamo la strada, la vita vera, senza abbellimenti. A mio avviso l’arte non si censura, si evolve".