BARBARA CALDEROLA
Cultura e Spettacoli

Se la sentenza diventa mostra. Brera porta a Villa Borromeo la collezione persa dall’evasore

I 25 capolavori del Novecento insieme per l’ultima volta prima di partire per musei statali. Da Guttuso a Schifano, così l’ex proprietario ha saldato un debito di 1,5 milioni con l’Erario.

I 25 capolavori del Novecento insieme per l’ultima volta prima di partire per musei statali. Da Guttuso a Schifano, così l’ex proprietario ha saldato un debito di 1,5 milioni con l’Erario.

I 25 capolavori del Novecento insieme per l’ultima volta prima di partire per musei statali. Da Guttuso a Schifano, così l’ex proprietario ha saldato un debito di 1,5 milioni con l’Erario.

Un industriale del Pavese dal raffinato gusto artistico salderà, suo malgrado, il debito di un milione e mezzo con l’Erario per dichiarazioni infedeli con la collezione di grandi della pittura del Novecento acquistata in una vita: 52 tele, una sola falsa, 27 delle quali all’asta e 25 in mostra. Recuperata a casa dell’evasore dalla Corte d’Appello di Milano, studiata dalla Soprintendenza, da ieri quello che era un museo privato è a disposizione del pubblico nell’elegante contesto di Villa Borromeo ad Arcore.

Nei saloni della dimora, i visitatori potranno ammirare Guttuso, De Pisis, Schifano: tele che emozionano. Da Milano le opere sono arrivate grazie a un accordo di valorizzazione reciproca del patrimonio stretto un anno fa dal comune brianzolo e Brera, impegnata a superare i propri confini tradizionali. "Tasselli fondamentali d’arte italiana, e non solo, fra gli anni ’40 del Novecento e i primi del 2000 - spiega la curatrice Marina Gargiulo -; eterogenei per stili e decadi, i dipinti scelti sono stati allestiti per affinità estetiche, relazioni iconografiche, coerenze temporali o per movimenti; per la Transavanguardia ci sono Sandro Chia, Nicola De Maria, Mimmo Paladino".

Se negli anni ‘40-‘50 domina la figura dal vero - Renato Guttuso, Filippo de Pisis -, "nella seconda metà del secolo emergono quei linguaggi astratti, fatti di geometrie più o meno rigorose - Tancredi Parmeggiani, Piero Dorazio, Afro -, di distribuzione di simboli e segni grafici (Mark Tobey, Giuseppe Capogrossi, Toti Scialoja, Riccardo Licata), a volte in dialogo giocoso col mondo animale (Gastone Novelli)". Una cavalcata nella storia dell’arte fino "al quadro che si allontana dall’aspetto tradizionale per farsi oggetto, spesso polimaterico (Conrad Marca-Relli, Mario Merz), - sottolinea Gargiulo - o per proiettarsi nella terza dimensione (Enrico Castellani), e quando prende forma nel colore, lo fa per masse e superfici senza disegno, apparentemente disordinate (Renato Birolli, Giulio Turcato, Emilio Vedova, Mario Schifano) in grado di evocare sensazioni, luoghi, ricordi".

A fine mostra, le opere partiranno per le destinazioni stabilite dal ministero, tutte in grandi musei nazionali che hanno affinità per presenza di altre tele dell’autore o di percorsi artistici. "La Grande Brera arriva ad Arcore – dice il direttore generale della Pinacoteca Alberto Crespi –. Questa mostra nasce dalla collaborazione fra istituzioni: è la splendida esecuzione di una sentenza". "La grande pittura italiana, 25 capolavori del Novecento recuperati dallo Stato". Dal 24 maggio al 27 luglio e dal 29 agosto al 28 settembre 2025 a Villa Borromeo D’Adda, Arcore, (Largo Vela 1) Orari: venerdì dalle 15 alle 19, sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19, ultimo ingresso alle 18. Prenotazione obbligatoria per le scuole (anche in orari di chiusura al pubblico) scrivendo a serviziculturali@comune.arcore.mb.it. Ingresso libero (offerta a discrezione per il Centro socio-educativo La Vite).

Barbara Calderola