ANNA MANGIAROTTI
Cultura e Spettacoli

Phoebe Hoyt, l’inglese per tutti: "Impariamo a metterci in gioco. Milano? Fu il mio primo amore"

Dai social allo sbarco in libreria: ChatGPT è utile, ma per evitare errori è meglio l’uomo. Gli anni ’80 alla Montedison, il trasferimento a Londra e il ritorno: che choc la vittoria di Trump. .

Phoebe Hoyt volto e mente della pagina Instagram Active English pubblica il primo libro “In english, come lo diresti?”: lo presenta venerdì 21 febbraio alle 18 alla libreria Mondadori Crocetta

Phoebe Hoyt volto e mente della pagina Instagram Active English pubblica il primo libro “In english, come lo diresti?”: lo presenta venerdì 21 febbraio alle 18 alla libreria Mondadori Crocetta

di Anna Mangiarotti

Phoebe Hoyt, volto e mente della pagina Instagram Active English, pubblica il suo primo libro “In english, come lo diresti?” (Rizzoli), in un momento in cui la conoscenza di questa lingua risulta irrinunciabile.

Ha saputo del caso Almasri?

"Sì, il generale libico arrestato e poi rilasciato, ma che c’entra l’inglese?"

La richiesta d’arresto della Corte Internazionale è arrivata in inglese, 40 pagine. Qualcuno ha ricordato a Nordio e Tajani che avrebbero potuto sbrigarsela usando ChatGPT: c’è da fidarsi?

"Strumento utile. Ma meglio far supervisione la traduzione da chi è madre lingua, affinché sia priva di errori, come accade".

Lei, Phoebe, è nata a Chicago. Il suo è US English?

"Ormai, non si fanno più distinguo con il British English. Semmai la pronuncia, l’accento, può variare a seconda dove ti trovi, proprio come in Italia!".

Cosa l’ha spinta a fermarsi a Milano?

"Il primo assaggio, in gioventù. Così gradevole da decidere che sarei stata bene qui. A conquistarmi, no, non l’innamoramento per una persona. Ma per tutti i milanesi. Quando andavo a leggere in un caffè, trovavo bellissima, teatrale, l’interazione tra le persone: la vecchia signora che diceva qualcosa, e il giovanotto che le sorrideva".

Importante l’esperienza alla Montedison.

"Sì, ho insegnato inglese nel settore finanziario. E sono stata assunta da Pasquale Alferj, allora responsabile comunicazione. Collaborando al Progetto Cultura Montedison, che prevedeva conferenze con Premi Nobel, in ambito scientifico, da scortare come interprete, oltre all’aiuto per la pubblicazione interna".

Poi la frattura di Tangentopoli.

"E mi trasferii a Londra con l’uomo che sarebbe diventato mio marito, e padre dei miei due figli. Quindi, il ritorno a Como, in una casa di campagna".

Italiani, i ragazzi?

"Amano l’Italia, hanno la doppia cittadinanza. Io da Milano ormai mi trasferisco solo una volta l’anno, per far visita negli USA ai miei cinque fratelli".

L’America che ha scelto Trump come la fa sentire?

"Shocked".

Inutile tradurre. Ma ci sono anche false friends...

"Certo, parole che sembrano simili all’italiano ma hanno tutt’altro significato: terrific e tremendous significano meraviglioso".

Prezioso il suo manuale, innovativo, divertente. Basta scorrere il dialogo “Making dinner”, sulla British carbonara.

"Ho scritto questo libro per aiutare a mettersi in gioco, attraverso situazioni di tutti i giorni, scoprendo che l’inglese è un mezzo di comunicazione aperto a tutti".

Presentazione 21 febbraio, 18:30 libreria Mondadori Crocetta.