
Paolo Villaggio insieme a Roberto Benigni
Milano, 29 agosto 2017- Nella storia dell’universo, 13,7 miliardi di anni dopo quell’istante 10 alla 43esima della cosiddetta Era di Plank, insomma volgarmente dopo il Big Bang, in una laboriosa regione di burocrati nacque il ragionier Fantozzi, esploratore solitario del grande inganno esistenziale del lavoro, dell’amore e della famiglia, generoso eroe che salta per ultimo dalla finestra di un incendio proprio quando i vigili del fuoco tolgono il cuscino pneumatico, e si incastra piedi nel terreno come gatto Silvestro.
«Senza Fantozzi - 4 film per ricordare Paolo Villaggio - (da oggi al 3 settembre al Mic) è un bel titolo, ma vero a metà: ci mancherà molto Villaggio, ma siamo sicuri che ritroveremo quando vogliamo l’immortale Fantozzi. In realtà il titolo della rassegna a cura di Fondazione Cineteca è un’informazione: quattro film di Villaggio al di fuori della serie sul ragionier Fantozzi: «Per ripercorrere la sua carriera non attraverso le celeberrime interpretazioni nel ruolo del ragionier Ugo, ma quelle dove si misurò con registi «del massimo calibro» come dicono gli organizzatori. In effetti, del Villaggio che dismette la celebre maschera, paradossale, scolpita, al limite del cartoon, troviamo in cartellone quattro film diretti da pezzi da 90 del cinema italiano del dopoguerra, e questo è un bel modo di ricordarci quanto alla fama raggiunta con un personaggio icona corrispondano qualità d’un grande attore: il “Brancaleone alle crociate” (1970) di Mario Monicelli, dove Villaggio è il grottesco soldato tedesco Thorz convertito all’Islam, a fianco di Vittorio Gassman e Stefania Sandrelli; “La voce della luna” (1990), dove è diretto da Federico Fellini nel ruolo del patetico e paranoico prefetto Gonnella, un successo condiviso con Roberto Benigni in un duetto originale da operetta musicale; “Il segreto del bosco vecchio” (1990), favola ecologica presentata alla Mostra del Cinema di Venezia, e qui al timone c’è Ermanno Olmi, con un Villaggio interprete di un colonnello in pensione e nonno burbero ambizioso di potere e denaro che si accorgerà troppo tardi della sua cecità nei confronti della natura.
C'è anche modo di sentire un’eco di Fantozzi nella commedia “Ho vinto la lotteria di Capodanno” (1989) diretta da Neri Parenti, dove Villaggio ricopre il ruolo di un cronista romano che, quando finalmente sta per riuscire a suicidarsi, scopre di essere il possessore del biglietto vincente della lotteria.