Per entrare nei sogni di Enrico Saverio Pagano bisogna tornare indietro, ai suoi anni di Conservatorio. Oggi il direttore d’orchestra, 29 anni, festeggia il primo decennio dell’Orchestra Canova, da lui fondata, con una serie di importanti concerti. Questa sera al Teatro Sociale di Como eseguiranno la “Sinfonia n. 9“ di Beethoven.
Maestro Pagano, cosa significa, per lei, dirigere la Nona?
"Dirigerla a pochi mesi dal mio trentesimo compleanno assume un significato simbolico e anche, nel decimo anniversario dell’Orchestra Canova, diventa qualcosa di prodigioso. Verso i capolavori è giusto avere un rispetto e devozione, ma è anche giusto crescere con loro fin da quando si è giovani. A seconda dell’età che hai puoi dire cose diverse con la musica".
L’Orchestra Canova è un gioiello della musica lombarda e non solo.
"Negli ultimi anni da parte delle istituzioni, fra cui la Regione Lombardia, c’è stata una crescente attenzione verso l’Orchestra. Senza le istituzioni un progetto come il nostro non può andare avanti. Inoltre da quest’anno la Canova collabora con Opera Lombardia; siamo già stati al Teatro Fraschini di Pavia, stasera a Como. Portiamo un messaggio ai giovani musicisti lombardi: non siete soli".
Beethoven compone la Nona Sinfonia dieci anni dopo l’Ottava e la musica diventa immensa.
"L’autore porta la forma della sinfonia a qualcosa di mai ascoltato prima. Non pensiamo al percorso compositivo di Beethoven come un susseguirsi di complicazioni. Le sue sinfonie oscillano tra complessità e ritorno all’equilibrio formale, non hanno un’evoluzione lineare anche se la Prima è sicuramente meno impegnativa della Nona. Dimensioni così estese nelle sinfonie, come si trovano nella Nona, non c’erano mai state, l’Eroica arriva a 50 minuti la Nona a quasi 70 minuti. La Nona ci porta in pieno romanticismo, un tema già accennato nella Pastorale. Nella Nona l’Illuminismo s’intreccia agli ideali romantici, per la prima volta compare il coro. La Nona assume un valore culturale che influenzerà tutto l’Ottocento: Beethoven ha un impatto potente non solo sui musicisti ma anche sui filosofi, i poeti, gli scrittori, sull’intera cultura occidentale".
L’Inno alla gioia della Nona è l’inno della Comunità europea.
"Le parole di Schiller ’tutti gli uomini diventano fratelli’ e devono abbattere i muri ricordano che siamo ancora lontani da questi concetti intellettuali e morali. Il messaggio umano è forte, sul valore educativo dell’arte, sul reale impatto che ha sulla società potremmo aprire un dibattito per anni e anni. Ricordiamoci che all’indomani della caduta del muro di Berlino Bernstein ha diretto per la Germania riunita, per tutti noi europei la Nona su cui si posa l’identità del nostro essere uomini moderni".
Vuole riassumere in poche parole i 10 anni dell’Orchestra Canova?.
"Fratellanza. Quando salgo sul podio non vedo colleghi ma carissimi amici con cui condivido un rapporto umano profondo".
Grazia Lissi