
Neil Young in concerto
"O me, o Joe Rogan". Questo l'ultimatum che era stato posto a Spotify da Neil Young, il cantautore folk-rock americano autore di dischi immortali come "Harvest" o "Rust never sleep", solo per citatarne due. E la popolarissima piattaforma di diffusione di contenuti in rete, in particolare musicali - ma non solo - pare aver scelto, dato che da oggi gran parte dei brani del marito di Daryl Hannah non sono più disponibili. Un ostracismo, per altro, avallato dallo stesso Young, che si era detto non disposto a condividere la "piazza" di Spotify con Rogan; polemista, comico e acceso no-vax.
Proprio i temi affrontati da Rogan all'interno del suo podcast sono la pietra dello scandalo della vicenda, con l'ex componente del quartetto Corsby, Stills, Nash and Young che in una lettera al suo manager aveva denunciato le falsità antivacciniste propalate dal commentatore titolare del programma "The Joe Rogan Experience".
Neil cancellato
"Canzone non disponibile": questo il messaggio che accoglie oggi i fan di Neil Young su Spotify dopo lo sfratto autoinflitto da parte del cantante canadese autori di "Heart of Gold" a causa di una polemica che lo ha opposto nei giorni scorsi a un comico e commentatore no-vax, Joe Rogan, titolare di un popolarissimo podcast che nei mesi della pandemia ha diffuso informazioni, a suo dire e di centinaia di scienziati, fuorvianti sui vaccini anti-Covid.
Quando il musicista non è voluto scendere a patti, Spotify ha cominciato l'opera di sistematica rimozione delle sue canzoni dal sito: fino a ieri la compilation "This is Neil Young" era disponibile attraverso il servizio di streaming on demand fondato nel 2006. Oggi non più. Addio, quindi, almeno per il momento, a moltissimi fra i maggiori successi del musicista, da "Harvest" a "Old Man". Sono rimasti solo un disco, il live "Paris 1989", l'EP "Neil Young At Live Aid" e il brano "Campfire", composto per la colonna sonora del film "Bright" al quale si è prestato in featuring con Shelley FKA DRAM. Per il resto, quando si cerca di selezionare un brano di Young, appare il messaggio "Per il momento Spotify non può riprodurre questo contenuto"
Reazioni e precedente
"Speriamo di rivederlo presto fra noi", hanno fatto sapere dalla piattaforma. In realtà Young aveva già "litigato" con Spotify, mollando la compagnia. Era successo nel 2015 quando si tirò fuori da Spotify e dalla rivale Apple Music, per non fare un torto a nessuno, lamentandosi della qualità del suono. Poi, però, era rientrato nei ranghi. Stavolta non è chiaro quale sarà l'esito della vicenda: quel che è chiaro è che l'aut aut di Young non ha avuto l'effetto voluto di rimuovere il podcast del popolare commentatore.
Da Spotify, del resto, non sembrano scomporsi più di tanto. "Vogliamo che tutta la musica e i contenuti audio del mondo siano a disposizione dei nostri clienti. Con questo viene la grande responsabilità di bilanciare la sicurezza degli ascoltatori e la libertà dei creatori - ha detto un portavoce - Ci dispiace che Neil abbia deciso di rimuovere la sua musica, ma speriamo di dargli di nuovo presto il benvenuto tra noi".
Perché Neil Young è arrabbiato con Spotify
L'artista canadese nei giorni scorsi aveva scritto una lettera aperta annunciando di voler rimuovere tutte le sue canzoni da Spotify - un'azione che, parole sue, avrebbe comportato per lui una perdita secca del 60% dei proventi da streaming - se Rogan avesse continuato ad avere diritto di cittadinanza sulla piattaforma. Un ultimatum che non ha convinto Spotify a dare lo sfratto al comico, il cui podcast è diventato il più popolare del sito - sembra che abbia undici milioni di ascoltatori - grazie allo spazio lasciato a personaggi controversi come il complottista di estrema destra Alex Jones, un conduttore sostenitore di tesi alternative e del tutto infondate non solo sul Covid, ma anche sugli attentati dell'11 settembre e su altri episodi drammatici della storia recente americana. Spotify ha con Rogan un accordo quinquennale da oltre cento milioni di dollari.
L'attacco di Young era arrivato dopo che un gruppo di centinaia tra medici e scienziati aveva chiesto a Spotify di rimuovere un episodio dello show postato nella notte di Capodanno in cui un epidemiologo no-vax "aveva promosso numerose falsità sui vaccini" paragonando ad esempio il clima della sanità pubblica negli Usa durante la pandemia a quello della Germania sotto il nazismo. Spotify ha fatto ora sapere di aver rimosso finora 20mila prese di posizioni fuorvianti sul Covid, evidentemente di successo inferiore rispetto alle trasmissioni di Rogan.