
Barbara Christmann
Milano, 23 febbraio 2017 - “Curvy”. Da qualche tempo questo vocabolo di origine anglosassone è entrato nel vocabolario della moda italiana oltre che in quello della strada. Oggi sta a indicare un fenomeno sociale che passa per un fisico leggermente “in carne” spesso estraneo ai canoni di bellezza celebrati dai media - che prevedono un inno (esagerato) alla magrezza. Eppure capace di non sfigurare affatto, se messo alla prova. Chiedere a Barbara Christmann, giornalista italo-tedesca di moda e ideatrice del calendario “Beautiful Curvy 2017”, realizzato in collaborazione con il fotografo Stefano Bidini, che quest’anno è arrivato alla sua quinta edizione e ritrae ventinove donne e due uomini dietro i quali si nascondono storie difficili di derisione ed esclusione. Dodici mesi in bianco e nero dove il colore più vivace è quello di una sfida vinta con se stessi. Madrina d’eccezione Paola Torrente, classificatasi seconda a Miss Italia 2016, che battezza la copertina. Non un caso. Perché Paola è stata lanciata proprio da Christmann, avendo posato in una precedente edizione, ed è un vero e proprio spot alla bellezza mediterranea.
Christmann, un calendario di donne curvy poteva apparire un’eresia. E invece lei ha vinto la sfida. Come le è venuta l’idea?
«Tutto nasce per gioco nel 2012, durante san Valentino. Volevo fare un regalo alle donne che per un motivo o per l’altro non stavano bene con se stesse. La prima edizione del calendario è uscita nel 2013, e ora siamo alla quinta. Un successo importante, che però ha avuto un processo di gestazione assai lungo. Come giornalista di moda mi sono sempre occupata di donne curvy sul mio blog (http://www.beautifulcurvy.com). E ci tengo a dire una cosa».
Prego…
«Il calendario non è solo una vetrina estetica. Dietro quegli scatti ci sono persone che hanno affrontato sfide importanti e in alcuni casi sono partite da qui per iniziare la loro carriera. Vorrei però sgombrare il campo da facili equivoci: il mio non è un inno alla grassezza, che pure è un tema da affrontare con grande serietà e nel rispetto delle persone. Io dico che qualche chilo in più non è un problema, anzi a volte può valorizzare la bellezza che si possiede. E questo è un tema che riguarda non solo le donne, ma anche gli uomini. Quest’anno ne compaiono due nel calendario».
Cosa significa esattamente la parola “curvy?”
«Se vogliamo dare una definizione a tutti i costi, è un termine che rappresenta l’universo femminile compreso tra le taglie 44 e 52. Ma si sa, queste sono etichette. In realtà curvy è utilizzato per descrivere la generosità delle forme o l’essere un po’ “in carne”».
Qual è il messaggio che vuole lanciare?
«Vorrei far capire, senza alcuna retorica o ipocrisia, che la bellezza racchiude una serie di caratteristiche e non è legata al fisico perfetto. L’importante è stare bene con se stessi».