
Michele Bravi
Milano - Prima parchi, piazze e luoghi d’arte, poi i locali. Partito la settimana scorsa con il suo tour, Michele Bravi sbarcherà a Milano solo il 14 novembre al Fabrique. Intanto, però, l’idolo tifernate trapiantato in città è tornato in radio col singolo "Falene", collaborazione internazionale nata dall’incontro con Sophie and The Giants.
Michele, come nasce «Falene»? "Il disco avrebbe dovuto uscire un anno prima e, ovviamente, il processo produttivo è andato avanti. Quindi avevo questa canzone ferma già da un po’. Dopo aver messo a fuoco i sentimenti ne ‘La geografia del buio’, l’ho vista come l’inizio di un nuovo capitolo che mantiene tuttavia stretto contatto con quei mondi visto che le falene le vedi nell’oscurità".
E la presenza di Sophie and The Giants? "Se affianco i contenuti de ‘La geografia del buio’ all’idea di abitare dentro una casa senza finestre, questa è la prima stanza degli ospiti. Colpito dalla ‘Hypnotized’ realizzata da Sophie l’anno scorso con Purple Disco Machine, le ho mandato una mail pensando: se devo affogare voglio farlo nell’acqua alta. E invece ha risposto positivamente all’invito. Sono rimasto colpito dai rapidissimi tempi di realizzazione del singolo, forse conseguenza di questa emergenza sanitaria che mi mette addosso il desiderio di buttarmi in mezzo agli altri ad ogni occasione".
«La georgafia del buio» racconta la notte, ma anche le promesse del giorno che nasce. "Già, si dice che l’alba non cambia le cose, però le rimette in moto. E questa è l’attitudine che vorrei tenere nella vita. Penso, infatti, che la formula della serenità sia quella che ti consente di trovare un equilibrio tra gli spazi bui e quelli luminosi della tua giornata".
Sanremo? "Ci ho provato, ma non è andata. Amen. Ho fatto, però, l’ospite di Arisa nella serata riservata alle collaborazioni. Con un’altra canzone valida ci riproverei, se no la smania di andare a tutti i costi non ce l’ho. Anche perché i pezzi che ho nel cassetto non so ancora quanto appartengano al passato o siano invece un’anticipazione del futuro".
Lei ha una forte presenza scenica. La strada da seguire nei live è, dunque, il teatro canzone? "Nei concerti al Teatro San Babila, nel 2019, inframezzavo le canzoni con testi estratti da ‘La vita non è in ordine alfabetico’ di Andrea Bajani, candidato all’ultimo Premio Strega, e ho gran voglia di proseguire al chiuso su quella strada, quindi nel tour autunnale sì. Ora no, perché all’aperto c’è un’attenzione diversa. E poi ho messo in piedi queste date non tanto per guadagnare, ma per dare lavoro ad una squadra di professionisti rimasta a casa per quasi due anni. Non sarò Vasco Rossi ma se i miei concerti possono aiutare qualcuno non mi tiro certo indietro".