
Oggi alle 18 la presentazione a Milano del volume pubblicato da Silvio Berlusconi Editore. Nell’edizione originale c’è un implicito parallelismo tra tre autoritarismi di destra e quello russo.
In Russia acquistare, esporre in libreria o mostrare in pubblico l’ultimo monumentale saggio del russo Alexander Baunov “La fine del regime“ è diventata una sorta di dichiarazione politica contro il regime di Vladimir Putin. Sì, perché Baunov, filologo dell’antichità, specialista di politica internazionale moderna, giornalista ed ex ambasciatore, è considerato "un agente straniero" dallo Stato guidato dallo “zar“ Vladimir, l’equivalente di "dissidente" ai temi dell’Unione Sovietica.
Oggi alle 18, alla Fondazione Corriere della Sera in via Balzan 3, Baunov parlerà della sua opera, pubblicata da Silvio Berlusconi Editore e aggiornata per il pubblico internazionale rispetto a quella in lingua russa uscita nel 2023. Nella versione originale, infatti, l’intellettuale russo non parla mai del regime di Putin, ma racconta la parabola di tre dittature "di destra" del Ventesimo Secolo in Spagna, Portogallo e Grecia. Ogni implicito parallelismo di Baunov tra le tre dittature crollate e il regime di Putin è puramente voluto e non è sfuggito né alle autorità russe né ai lettori. Riportiamo qui alcuni stralci della "premessa" scritta dall’autore per il pubblico internazionale.
Un regime di destra
"Il regime di Putin si differenzia da quello dell’era sovietica dal punto di vista ideologico. Benché a dirigere il paese ci siano oggi degli ex comunisti, il governo russo si proclama custode dei valori cristiani, ultimo baluardo delle virtù tradizionali in un mare di decadenza liberale (...) Il regime più simile a questo, evidentemente, non era quello sovietico (...), ma le dittature revansciste di destra, che combinavano un’economia di mercato che dava buoni risultati con una retorica conservatrice".
La guerra contro l’Ucraina
"L’inizio della guerra in Ucraina ha (...) cambiato la Russia dall’interno, trasformandola in una classica dittatura repressiva".
Un "agente straniero"
"Se “La fine del regime“ è diventato il libro di non fiction più venduto tra le novità russe del 2023, proprio per tale successo di vendita e per le numerose reazioni sui social network, il suo autore è stato dichiarato “agente straniero“".
Le limitazioni alla diffusione
"Nelle librerie (il saggio, ndr) dev’essere sigillato in un involucro, preferibilmente non trasparente, con un’etichetta che indica che l’autore è un agente straniero, negli store online la copertina è sfocata. Le librerie più prudenti lo ritirano del tutto dalla vendita, le più coraggiose (...) lo mettono persino in vetrina".
L’autocensura
"Nell’edizione originale (...) non compare mai la parola “Putin“, e la parola “Russia“ si incontra esclusivamente in contesti storici del passato. Le dittature descritte nel libro, in Russia sono tradizionalmente considerate fasciste, e vietare un libro sul loro crollo avrebbe assunto i tratti incontrovertibili di un’autodenuncia".
Il successo del saggio
"La popolarità del volume testimonia il fatto che i russi si preoccupano di come potrebbe finire l’attuale regime russo. Per molti, il fatto stesso di acquistare il libro ha rappresentato una sorta di dichiarazione politica".
Alexander Baunov, 2023 Published by arrangement with Alpina Publisher, The Deborah Harris Agency and Susanna Zevi Agenzia Letteraria 2025 Mondadori Libri S.p.A.