GRAZIA LISSI
Cultura e Spettacoli

Mahler e il dilemma dell’incompiuta. La Decima debutta alla Scala con Gatti

È la sinfonia di cui il compositore, morto a cinquant’anni, riuscì ad orchestrare solo l’Andante-Adagio. Per la prima volta al Piermarini in integrale, nella versione completata da Deryck Cooke (con l’aiuto di Alma).

Daniele Gatti, direttore d’orchestra, è nato a Milano 63 anni fa

Daniele Gatti, direttore d’orchestra, è nato a Milano 63 anni fa

L’ultimo capolavoro di Gustav Mahler, la Sinfonia numero 10, è un’incompiuta: solo l’Adagio, di cui il compositore austriaco completò anche l’orchestrazione, è proposto dalle grandi orchestre. Ma ora è sul leggìo dei musicisti della Scala, che per la stagione sinfonica domani, venerdì e domenica alle 20 esegue appunto la Decima con la direzione di Daniele Gatti, in questi giorni sul podio del Piermarini per il verdiano Falstaff nell’allestimento storico del 1980 firmato Strehler, Frigerio e Squarciapino. Dividendosi con Dresda, dove il milanese Gatti è direttore stabile della Staatskapelle, per il Requiem sempre di Verdi per le vittime del bombardamento nell’ottantesimo anniversario.

Non è mai stata suonata integralmente alla Scala, la Decima rimasta incompleta alla morte di Mahler nel 1911, a soli cinquant’anni, vinto da una patologia cardiaca. Gatti la presenta nella versione Deryck Cooke, che tra i diversi tentativi di portare a termine e strumentare i brani incompiuti basandosi sugli appunti dell’autore rimane quella col finale più interessante e autorevole. L’Andante-Adagio sarà eseguito nella versione originale dell’autore, così come proprio Gatti l’aveva proposto, due anni fa, con la Mahler Jugendorchester.

Per comprendere la forza espressiva alla quale era arrivato Gustav Mahler nella sua fulminante vita artistica occorre ascoltare con grande attenzione l’Adagio: un brano sconvolgente, con momenti altissimi; un’architettura sinfonica singolare e bella; ci sono situazioni bucoliche, episodi drammatici, accenni espressionistici. Dopo un inizio affidato alla viola solista il tema dell’Adagio si sviluppa irrequieto verso la pace.

Lo storico e musicologo Gastón Fournier-Facio ha scritto: "Performing Version è, significativamente, il sottotitolo che Cooke pone nella copertina della sua versione. Egli afferma con chiarezza che si tratta di una “versione per l’esecuzione“, il cui scopo è far ascoltare questo lavoro incompiuto mahleriano nella versione più completa e attendibile possibile. Chiaramente, per arrivare a una versione integrale della Sinfonia, Cooke è dovuto intervenire sull’orchestrazione, le dinamiche, i fraseggi, oltre ad aver dovuto completare alcune parti mancanti". La prima esecuzione di una ricostruzione incompleta fu nel 1960 con la Philharmonia Orchestra di Londra diretta da Goldschmidt. Cooke, grazie ad Alma Mahler, poté vedere 44 pagine delle bozze mai visonate prima.

Il dubbio resta: si deve completare un’opera rimasta interrotta? O continuare a eseguire solo la parte scritta dal compositore, come sostenevan Bruno Walter, che lavorò con Mahler, e altri direttori dell’ala intransigente? Né Arnold Schönberg, ne Alban Berg ne Webern vollero mai completare gli abbozzi mahleriani. "La questione", sostiene Fournier-Facio, è se privarsi del tutto di questa possibilità di ascolto o prendere atto che il completamento è necessario per ascoltare quello che è in ogni caso è un unico grande sketch della Decima".