
Cristina Gerosa, direttrice editoriale: "Ora è più facile viaggiare e conoscere. Il boom dei gialli scandinavi ha reso quel mondo lontano più familiare" . .
Se ci siamo innamorati del Nord Europa è anche merito di Iperborea, la casa editrice specializzata in autori nordici fondata a Milano nel 1987 da Emilia Lodigiani. Titolo dopo titolo è entrata nelle nostre biblioteche conquistando sempre nuovi lettori. Da oggi a domenica al teatro Parenti e al Cinemino (via Seneca 6) si terrà l’undicesima edizione del festival “I Boreali“ realizzato da Iperborea, ideato da Pietro Biancardi, editore e Cristina Gerosa (nella foto), direttrice editoriale della casa editrice.
Cristina Gerosa, chi verrà a I Boreali? "Una parte degli spettatori sono i nostri lettori ma, proprio per la forma interdisciplinare del festival, ci saranno anche tante persone che pur non conoscendo bene le nostre pubblicazioni sono interessati a eventi non legati al libro".
Com’è cambiato il festival nel corso degli anni? "Sono aumentati i laboratori: dalle lezioni di lingue ai workshop di scrittura, dagli incontri sui classici a quelli per bambini e una mostra fotografica. Il pubblico è composto sia da appassionati che curiosi della cultura nordica, molti ci dicono di aver scoperto proprio in queste occasioni alcuni nostri autori".
Perché siamo affascinati dagli scrittori del Nord Europa? "Merito di Emilia Lodigiani, quando ha iniziato a pubblicarli erano considerati 'esotici', nessun li pubblicava. Iperborea ha contribuito ad affinare un gusto, un legame in latitudini diverse; poi c’è stato un movimento culturale: musica, cinema, design nordico, il boom dei gialli scandinavi ha reso quel mondo lontano familiare. All’inizio Emilia aveva scelto per i titoli un formato alto, stretto e identificabile, consapevole che per i lettori sarebbe stato difficile ricordare i nomi degli autori. Oggi le nuove generazioni sono abituate alla cultura nordica".
Quali sono, secondo lei, i temi trattati dai vostri scrittori che piacciono ai lettori italiani? "Il racconto della natura, il rapporto intenso fra popolazione e luoghi incontaminati, selvaggi, a volte crudeli. È una civiltà vicina ai ritmi della natura anche se difficili. Inoltre narrano una società più equa, paritaria, con valori progressisti, c’è un’attenzione all’infanzia all’emancipazione della donna; sono società con parità di ruoli e di stipendi. Vivere in posti ai margini ha portato gli scrittori nordici a riflettere sui temi autentici della vita, della morte. Oggi è più facile viaggiare, il turismo nel Nord Europa è aumentato, anche questo ha contribuito a un desiderio di conoscenza dei nostri autori".
Gli scrittori, i registi scandinavi hanno svelato a tutti noi che anche nelle loro terre immacolate e civili esiste la corruzione, la criminalità, l’emarginazione. "Sia il filone dei gialli, sia molti nostri autori sono profondamente critici riguardo il modello socialdemocratico, lo sfruttamento delle risorse naturali; la letteratura riesce a mostrare la complessità e l’ipocrisia di un mondo a parte. Penso a ’Il tempo dell’acqua’ dello scrittore islandese Andri Snær Magnason; ’Il libro del Mare’ del norvegese Morten A. Strøksnes; anche con i nostri progetti ’Passengers’ abbiamo affrontato temi forti come la pesca intensiva, lo sfruttamento del petrolio, l’ascesa dell’ultradestra, la gestione dei flussi immigratori. È una società che vive nel contemporaneo e l’interroga ogni giorno".