
Iggy Pop
Mantova - Iggy, finalmente. All’inizio di luglio l’annullamento in extremis del concerto con la Mantova Chamber Orchestra in piazza Sordello s’era rivelato per i fans dell’“Iguana” un vero e proprio rovescio. Passati cinque anni dall’ultima esibizione italiana, infatti, la voglia di ritrovare una delle ultime grandi icone della musica rock in una dimensione anomala come quella cameristica aveva fatto di Mantova il crocevia del popolo di “I wanna be your dog”. Ma problemi alla gola del “maudit” di Muskegon, Michigan, all’anagrafe James Newell Osterberg Jr., hanno costretto gli organizzatori a spostare tutto di 56 giorni (e 1.800 metri) riprogrammando lo show questa sera all’Esedra di Palazzo Te.
Un concerto-evento grazie agli arrangiamenti realizzati appositamente per l’occasione da Enrico Gabrielli dei Calibro 35, impegnato pure nei panni di direttore d’orchestra, che avrà come prologo il dj set di Ringo. E se l’incontro con i Måneskin in “I wanna ben your slave” non ha inciso più di tanto sulla sua leggendaria biografia (ma su quella di Damiano & Co. decisamente sì), a stravolgere la vita di Iggy Pop è stata sicuramente l’amicizia col Bowie del periodo soul-elettronico che nella seconda metà degli anni Settanta a Berlino, tramontata l’avventura proto-punk degli Stoogies, l’ha spinto verso vette di assoluta eccellenza (“The idiot” e “Lust for life” tanto per fare un paio di esempi). Erano anni di rock e cocaina molto più complicati di quelli attuali, in cui il lieve tremolino ad una mano e la quasi sordità ad un orecchio sembrano essere le sole devastazioni lasciate da un’esistenza selvaggia, lastricata di pugni, droga, tentativi di suicidio e dissolutezze varie su e giù dal palco.
Basta ricordarsi che il padrino del punk la sua prima foto segnaletica in un Police Department l’ha scattata a 19 anni, quando iniziò a farsi crescere i capelli fino alle spalle, a tingerli di un bel biondo platino, e a darci dentro con le sostanze. Mai, ammette, avrebbe sognato di vedersi in scena ancora a 75 anni. E, forse, neppure di arrivarci. Protetto con amorevole determinazione dalla terza moglie Nina Alu (ha sempre avuto un debole per le orientali) e tenuto in forma dagl’insegnamenti del maestro di Tai Chi, l’ex ribelle giura di essere oggi tutto famiglia, cane, gatto e giardino. Deve tanto, quasi tutto, all’Europa ed è per questo che di qua dall’Atlantico è più facile vederlo buttarsi in avventure come il progetto di questa sera a Palazzo Te di quanto non accada in patria. "Sono stufo di sentire i vecchi dire che non dovresti usare strumenti sintetici" ha dichiarato James-Iggy solo un anno fa alla Bbc. "Se sei ricco e hai un garage e un’auto, puoi fondare una rock band, ma ci sono persone che usano sintetizzatori per suonare con chitarre, fiati, respiri ipnotici, ed è fantastico". Suggestivo che a Mantova la Chamber Orchestra, affiancata alla sua Free Band, possa fargli cambiare idea almeno per una sera.