Gianna Nannini kolossal: "Show non solo di muscoli. Il mio inno alla positività"

Stasera al Forum di Assago la cantautrice con il suo “Sei nell’anima tour“. In scaletta i brani storici di “America“ e quelli più intensi dell’ultimo album . "Lento lontano è la mia preferita ma fatico a cantarla, mi ricorda mio padre".

Gianna Nannini (70 anni), sarà stasera e il 17 dicembre sul palco del Forum

Gianna Nannini (70 anni), sarà stasera e il 17 dicembre sul palco del Forum

"Io razzista, io fascista, stupratore di bambine, spia, tiranno, comunista, dittatore di regime...". Sono passati trent’anni o giù di lì dai graffi di “Dispetto”, uno degli album più inquieti della sua discografia, ma a Gianna Nannini i temi di “Ottava vita”, dissacrante emblema di quella stagione, tornano ancora buoni per raccontare quel che le si agita dentro. E nello spettacolo con cui oggi e il 17 dicembre torna alla conquista del Forum, lo fa recitandone il testo fuori campo, mentre due occhi da rockeuse sovraimpressi a ghiacci, fiumi e cascate d’Islanda scrutano il pubblico. Ma, nonostante la veste rock esaltata dalla presenza alla batteria di Simon Phillips (Toto e The Who, tanto per fare un paio di nomi), lei definisce questo suo nuovo kolossal da arene "un contenitore di cose positive, è un richiamo a tornare umani". La direzione musicale è del chitarrista Davide Tagliapietra affiancato, oltre che da Phillips, da Milton McDonald, chitarra, Francis Hylton, basso, Christian Rigano, tastiere, Isabella Casucci e Sofia Gaudenzio ai cori.

Lo show deflagra con “1983”.

"Sì, un pezzo dirompente, che esprime tutta la mia fisicità. Dieci mesi fa ne ho inserito un assaggio pure nel medley eseguito con Rose Villain a Sanremo nella quarta serata del Festival, quella riservata alle collaborazioni. Quell’anno, a causa di un cedimento nervoso, sono nata e rinata e il rock m’è parso l’unico modo per raccontare il momento di follia vissuto in quel momento. ‘Lento lontano’ è invece la mia canzone preferita della scaletta e ho faticato a cantarla perché mi ricorda mio padre. Lo spettacolo inizia coi muscoli di ‘1983’ e finisce con quelli di ‘America’, ma in mezzo c’è molto altro".

Ad esempio?

"Innanzitutto, alcune canzoni dell’ultimo album ‘Sei nell’anima’ ma anche ‘Me and Bobby McGee’ in una versione per voce e batteria quale omaggio a Janis Joplin. Qualcuno mi disse che le somigliavo e quando lessi la sua storia sfortunata, decisi che l’avrei vendicata".

Cosa pensa della voglia di pop che si respira in giro?

"Mi sembra che in questo momento la cosiddetta musica di consumo stia seguendo due direzioni, una rap/trap e l’altra pop. Il mondo del rap/trap ha portato innovazione, soprattutto immettendo nel vocabolario parole che prima non conteneva in quanto le canzoni erano legate ad un concetto vecchio di costruzione delle strofe. Purtroppo, però, la ventata di aria nuova se è fermata lì e sotto il profilo musicale questi ragazzi devono ancora darsi da fare. Il pop invece non ha smesso di produrre melodia interessanti, pure nelle giovani generazioni".

È l’era dei duetti.

"Ecco, io quelli preferirei abolirli. Vero che ne ho fatto qualcuno anch’io, ma oggi sembrano diventati la mercificazione dei follower. Soprattutto con l’avvicinarsi di Sanremo mi arrivano proposte di tutti i tipi, ma dico quasi sempre di no".

Cosa ascolta oggi?

"Abbastanza poca musica di quella in classifica, perché preferisco la classica o il flamenco. Però mi piace un casino Anna".

L’Italia (anteprima di Jesolo esclusa) è il terzo approdo di questo tour europeo, dopo Svizzera e Germania.

"Il pubblico di lingua tedesca si comporta con l’italiano come noi con l’inglese: interiorizza il senso della canzone e segue col labiale qualche parola. Per fortuna, non accanendosi a riprendere coi telefonini come accade da noi, i fan degli altri paesi hanno le mani libere per applaudire e partecipare alla festa fino in fondo".

Andrea Spinelli