Galleria Ropac, su il sipario. Opere di Fontana e Baselitz : "Un omaggio a Milano"

Ultimi lavori a Palazzo Belgioioso in attesa del taglio del nastro ufficiale. La direttrice Elena Bonanno di Linguaglossa: "Sarà un tributo all’italianità".

Elena Bonanno di Linguaglossa, direttrice della galleria Ropac Milano che ha la sede a Palazzo Belgioioso appena rimesso a nuovo

Elena Bonanno di Linguaglossa, direttrice della galleria Ropac Milano che ha la sede a Palazzo Belgioioso appena rimesso a nuovo

Ormai c’è la data. La galleria di Thaddaeus Ropac aprirà il 20 settembre con una mostra dedicata alle opere di Georg Baselitz e Lucio Fontana. Negli spazi rinnovati di Palazzo Belgioioso, dove si stanno completando gli ultimissimi lavori. A darne l’annuncio la direttrice Elena Bonanno di Linguaglossa che ha precisato che ciò non sarebbe potuto accadere senza la collaborazione della Fondazione Fontana. Mentre Baseliz è uno dei grandi artisti della galleria con cui Thaddaeus Ropac lavora da oltre trent’anni. "Apriamo a Milano con una mostra che sarà un omaggio all’italianità e alla città", ha detto.

Ma sarà l’occasione per capire il filo che lega questi due artisti, a partire dall’interesse, mai esauritosi, di Baselitz verso il lavoro del maestro Italo-argentino. Fontana, che ha vissuto e lavoro per gran parte della sua vita a Milano, dove ha esposto i suoi primi laviri nel 1931, ha esercitato un ruolo fondamente nel lavori di Baselitz.

L’esposizione, dal titolo L’aurora viene, è un dialogo tra Baselitz e Fontana e presenta opere prestate dallo studio di Baselitz accanto al prestito di nuclei di lavori provenienti dalla Fondazione Lucio Fontana.

Quasi un “confronto intellettuale” come precisa anche lo stesso Baselitz, 87 anni, che sarà presente a settembre: "L’interpretazione non è utile a nessun artista, alla mia età, si tratta più che altro di un confronto intellettuale fra pari".

In particolare, in mostra si vedranno alcune opere della serie Attese degli anni Sessanta, insieme a esempi chiave delle serie Gessi (1954-58) e Inchiostri (1956-59), oltre a una straordinaria Fine di Dio del 1963-64. La selezione di opere di Baselitz presentata in mostra attraversa lo scorso decennio e include una nuova scultura monumentale in bronzo e una serie di ritratti recenti le cui figure sospese “appaiono uscire dalla profondità”, facendo eco all’esplorazione di Fontana su ciò che si estende oltre la tela.

I centri scuri delle prime opere di Baselitz - una serie iniziata nel 2015 in un periodo di intensa riflessione sul lavoro di Fontana - fanno riferimento agli innovativi tagli, o fendenti, realizzati da Fontana. Un’opera di questa serie, Aurora viene (2015), conferisce "un titolo cosmico alla mostra, evocando la dimensione infinita che si estende oltre la tela".

St.Con.