
Al suo immane talento Filippo Gorini aggiunge un pensiero originale e profondo, alla grande musica il suo coraggio. Il...
Al suo immane talento Filippo Gorini aggiunge un pensiero originale e profondo, alla grande musica il suo coraggio. Il pianista è a Vienna dove resterà ancora alcune settimane per un progetto che cambia il mercato concertistico: "Non suono solo nei teatri ma porto la musica classica nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri, nelle mense per i poveri. Un viaggio intorno al mondo". Nato a Carate Brianza 29 anni fa l’artista si esibirà per l’80esima Stagione dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali al Teatro Dal Verme domani alle 20 e sabato alle 17. Sul podio James Feddeck. In programma Beethoven “Concerto n.3; Schubert “Sinfonia n. 4 in - Tragica”.
Maestro Gorini, com’è andata questa prima settima viennese?
"Con la stessa serietà con cui affronto un concerto importante mi sono esibito in cinque incontri con gli studenti suonando Beethoven. La responsabilità quando proponi un capolavoro simile è sapere che i ragazzi venuti ad ascoltarti conosceranno, per la prima volta, opere attraverso la tua interpretazione. Non li tratto come ragazzini ma persone con una loro sensibilità; non offro brani semplici ma li aiuto a capire i più complessi; ho visto giovani commuoversi".
Come far ascoltare la classica alle nuove generazioni?
"Ogni forma artistica può piacere o non piacere. Se uno cerca di proporre a un pubblico di giovani un prodotto leggero che vada bene per tutti lascia un ricordo gradevole ma innocuo. A 11 anni scoprii le sonate di Schubert, non le capivo, forse non le capisco nemmeno ora completamente, ma ne ero attratto e le volevo sempre ascoltare, suonare; oggi cerco di far percepire la profondità sconvolgente dei brani che suono. Se qualcuno torna a casa col desiderio di conoscere meglio il compositore significa che sono andato dritto al suo cuore".
Crede che un progetto come il suo possa funzionare in Italia dove non si studia musica?
"So che di fronte a un’opera emotiva, potente i ragazzi sensibili hanno la capacità di recepirla. Ho portato questo progetto in Colombia fra persone che non avevano mai ascoltato classica: ho visto lo sguardo di molti spettatori con lacrime di gioia".
Gorini e Beethoven. Come li racconta?
"Vent’anni fa ascoltandolo ho scoperto una volontà di comunicare esperienze, affrontare cose profonde inimmaginabili nella musica: la grande bellezza".
Grazia Lissi