Ecco gli Eugenio in Via Di Gioia con il nuovo album “Amore e rivoluzione”

Presentato ieri prima al Teatro dei Filodrammatici e poi in redazione al Giorno, il lavoro rappresenta una presa di coscienza introspettiva ed emotiva

Gli Eugenio in Via di Gioia sulla terrazza della redazione de "Il Giorno"

Gli Eugenio in Via di Gioia sulla terrazza della redazione de "Il Giorno"

Milano ​Lo definiscono un personale tentativo di micro rigenerazione”. E a ragione. Per gli Eugenio in Via Di Gioia il nuovo album “Amore e rivoluzione”, presentato ieri prima al Teatro dei Filodrammatici e poi in redazione al Giorno, rappresenta infatti una presa di coscienza introspettiva ed emotiva. "Questi due anni di sospensione ci sono serviti innanzitutto per far maturare i pensieri; la noia che diventa di colpo creatività, l’occasione per unire i puntini trasformandoli nel disegno dei nostri dieci, anzi nove, anni di carriera".

Dove guarda questo nuova fatica discografica?

"È un disco che racconta la società, il futuro, l’attitudine che noi cerchiamo di mettere in tutto ciò che facciamo. Racconta, la nostra generazione, che è quella dei trentenni e la coscienza che non c’è più tempo da perdere per invertire la rotta di questi anni sbandati; bisogna farlo subito, tutti assieme. Racconta pure lo spirito che portiamo sul palco o per le strade, quando suoniamo da buskers".

L’album è stato registrato a Milano nello studio di Vittorio Cosma.

"Vittorio l’abbiamo conosciuto a Sanremo nel 2019. Dopo la vittoria del Premio della Critica fra gli emergenti, siamo stati invitati a ‘L’altro Festival’, lo show condotto da Savino di cui curava la direzione artistica. In quell’occasione ci ha aiutato arrangiare un brano di Celentano, così, al momento di mettere in strada il tour, l’abbiamo chiamato per rivedere assieme il nostro repertorio. Ma la pandemia ha poi bloccato tutto. Quando l’etichetta discografica ci ha proposto Vittorio per realizzare questo disco, abbiamo detto: caspita, sarebbe un onore. Sicuramente non accetterà. E invece".

“Amore e rivoluzione” è pieno d’incontri.

"Sì, di collaborazioni transgenerazionali. Partiamo dal Piccolo Coro dell’Antoniano per arrivare al sessantenne Elio, senza tralasciare il ventenne producer Duffy o la ventisettenne Francesca Michielin. Gli artisti giusti al posto giusto".

La collaborazione mancata d’un soffio?

"Stavamo per coinvolgere Cochi e Renato nel brano ‘Il giornalaio’. A Renato l’idea era piaciuta, ma quei giorni Cochi non era disponibile e noi dovevamo finire il disco. Peccato".

A proposito di ospiti. Da chi vi fareste accompagnare in gara a Sanremo?

"Celentano. Cremonini. Caparezza".

Avete pianificato una presentazione dell’album molto articolata.

"Sì, saremo a Torino, Milano, Bologna, Roma prima nei licei, nelle università e nei negozi. A Milano, il 23 maggio, saremo ad esempio all’Istituto Tecnico Pasolini, alla Statale, e alla Feltrinelli di Piazza Duomo. Seguirà il tour estivo, con tappe al Carroponte l’8 luglio e all’NXT Station di Bergamo il 6 agosto. E se in libreria ci esibiremo ‘unplugged’ sul palco saremo in otto".