ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

Dire Straits Legacy. Nostalgia Canaglia

La band di cover domenica sera al teatro Arcimboldi per Telethon

La band

Milano, 28 maggio 2017 - Rock Away. Se i Dire Straits Legacy sono una cover band, lo sono di se stessi. Già, perché riunendo questa sera sul palco degli Arcimboldi gente come Alan Clark, Phil Palmer, Mel Collins e Danny Cummings, questa Legacy regala schegge di epopea, pescando nelle formazioni che hanno contribuito a definire il suono-Straits. Clark è entrato in formazione nell’80, nell’On Location: The World Tour prendendo in carico le tastiere che nelle registrazioni di “Making movies” aveva suonato Roy Bittan dell’E-Street Band. È l’unico ex membro effettivo della band, perché il capo-progetto Palmer e Cummings hanno suonato rispettivamente la seconda chitarra e le percussioni durante l’interminabile tour d’addio On Every Street World Tour (216 concerti in 14 mesi tra il ‘91 e il ‘92), mentre Collins il sax nei concerti dell’82-’83 da cui fu tratto l’album dal vivo “Alchemy”. Ma a completare la formazione in scena agli Arcimboldi ci saranno Andrew Tracey alla batteria, Mickey Feat al basso, Marco Caviglia alla chitarra e Primiano Dibiase alle tastiere. A rendere speciale l’evento milanese sono i suoi fini benefici, visto che il ricavato verrà interamente devoluto alla Fondazione Telethon per la ricerca sulle malattie genetiche rare. “Ci siamo subito appassionati all’idea di poter contribuire con la nostra musica alle iniziative di Telethon - spiega Phil Palmer uno dei più prestigiosi chitarristi in circolazione - Ovviamente agli Arcimboldi faremo tutto il repertorio che il pubblico si aspetta da noi, compresa Private investigations la mia canzone dei Dire Straits preferita. Ma abbiamo in serbo pure un inedito dal titolo ‘Jesus Street’ scritto da Alan Clark”.

Siete appena rientrati dal Brasile.

«Gran bella esperienza, perché è sempre entusiasmante suonare per un pubblico che ha la musica nel sangue. Nonostante il lunghissimo tour d’addio, con i Dire Straits non toccammo il Sudamerica dove io, però, avevo suonato con Clpaton».

L’ultimo vostro tour con il bassista John Illsley, l’alter ego di Mark Knopfler nella band originale, è di tre anni fa.

«Stavolta John non ha potuto raggiungerci perché è impegnato colsuo nuovo album solista. E poi ha una gran passione per la pittura e dedica molto del suo tempo a questo hobby».

Di solito avete alla batteria Steve Ferrone.

«Già ma è impegnato con Tom Petty dall’altra parte del pianeta. Forse, però, lo riavrò presto con me nel secondo capitolo di Spin 1ne 2wo, la raccolta di cover completamente riarrangiate assieme a lui, Tony Levin, Rupert Hine e Paul Carrack realizzata nell’ormai lontanissimo ’93 proprio qua in Italia».