DIEGO VINCENTI
Cultura e Spettacoli

Al Parenti un’ode alle biblioteche. E ai “Tipi umani seduti al chiuso“

Sogni pindarici e scaffali polverosi. Intorno ai quali prendono vita i “Tipi umani seduti al chiuso“ di Lucia Calamaro, dal 7 al 18 maggio al Franco Parenti. Sottotitolo: Partitura sentimentale per biblioteche

Uno spazio consacrato: al silenzio, allo studio, alla contemplazione. Magari anche a far colpo su quella ragazza della sezione...

Uno spazio consacrato: al silenzio, allo studio, alla contemplazione. Magari anche a far colpo su quella ragazza della sezione...

Milano – Uno spazio consacrato: al silenzio, allo studio, alla contemplazione. Magari anche a far colpo su quella ragazza della sezione a fianco, quando si bigiava insieme da scuola. Ma questi sono solo ricordi liceali. Certo la biblioteca si presta ad accogliere vite e pensieri. Sogni pindarici e scaffali polverosi. Intorno ai quali prendono vita i “Tipi umani seduti al chiuso“ di Lucia Calamaro, dal 7 al 18 maggio al Franco Parenti. Sottotitolo: Partitura sentimentale per biblioteche. Ed effettivamente si percepisce molto amore per il luogo e per queste esistenze che si affannano nei corridoi. Dove fanno pure capolino gli autori dei libri in consultazione (Joyce, Santa Teresa, Plath). Ma in realtà i protagonisti sono Riccardo Goretti, Lorenzo Maragoni, Cristiano Moioli, Cristiano Parolin, Filippo Quezel, Susanna Re e Simona Senzacqua. Persone comuni. Che vanno a comporre il microcosmo pensato dalla drammaturga e regista romana, qui prodotta dal TSV.

"La nostra biblioteca è un oggetto semplice e circoscritto – racconta Calamaro –, affetto da sospettosa nostalgia del Novecento, lento, poco abitato. Qui troviamo una donna, Simona, che di mestiere scrive, ma non riesce a farlo a casa sua. Il suo immaginario si riattiva solo in biblioteche piccole e poco frequentate.? I soliti temi bussano alla sua solita vita. I personaggi vanno e vengono. I toni a volte si alzano, il cuore non sa che farci di esser cuore. Certe note assemblate sgocciolano malinconia. "Simona vorrebbe dire altro, ma in un’intera esistenza si hanno solo tre o quattro idee sulle cose e sul mondo, che si ripetono in forme diverse; e che in lei, oggi, stanno perdendo senso". Chissà se quelle tre o quattro idee sulle cose saranno sufficienti per ancorarla alla realtà. O magari invece per ribaltare il tavolo, costruire nuovi mondi. Sul palco allora litigi e silenzi, batticuori e rimuginamenti. Sotto gli occhi disattenti di tre bibliotecari: Riccardo il buono, con il figliolo antagonista e la moglie in pausa, senza data di scadenza; suo nipote Cristiano, nostalgico dell’Ottocento; e poi l’appassionato Lorenzo, innamorato di una ragazza che non lo fila per niente. Frammenti di esistenze. Quasi inconsapevoli nel loro incedere attraverso l’orizzonte. Lasciando tracce. Piccole e meravigliose ragioni per venire ricordati. Fosse solo per un momento.