
Arisa
Milano, 9 ottobre 2016 - Juke-box d’autore. In vacanza per qualche giorno da “X-Factor”, nell’attesa dei Live Show che prenderanno il via giovedì 27 ottobre, Arisa si regala questa sera sul palco del Parenti uno show da interprete pura, mettendo voce e sentimento nelle canzoni scelte direttamente dal pubblico ( sponsor Sorgenia). Centodiciannove i titoli in tutto, da cui affioreranno i venti e passa dello spettacolo. Tre le categorie in cui il pubblico ha potuto pescare (selezionando fino a cinque preferenze) per comporre la sua scaletta in punta di mouse; si va infatti dagli anni Settanta di ai Duemila di “Viva la vida” dei Coldplay, “Umbrella” di Rihanna o “Someone like you” di Adele.
Tutto, naturalmente, con una grossa presenza italiana, a cominciare dalla Goggi di “Maledetta primavera”, dallo Zero di “Triangolo”, dal Silvestri di “Salirò”, dal Mengoni de “L’essenziale” senza tralasciare sigle di telefilm e cartoni animati che hanno segnato la tv del pomeriggio come “Mork & Mindy”, “Happy Days” o “Ufo Robot”. Un gioco della memoria in cui Rosalba (Pippa, il nome che l’eroina di “Controvento” ha da 34 anni all’anagrafe) s’impossessa della voce di Arisa per condurla tra le rivelazioni e i tormentoni di un’hit-parade lunga quasi mezzo secolo.
“La tv mi piace vederla e mi piace farla - ammette la cantante potentina - ma al piccolo schermo voglio regalare solo una piccola parte di me, il resto infatti lo voglio dedicare tutto all’arte e alla musica”. Regalarsi serate così per Arisa-Rosalba è un mezzo “per non farmi prendere troppo la mano dal carrozzone su cui viaggio e ricordarmi che pure il circo prima o poi smonta il tendone e cambia città”. Ed è con lo stesso realismo che la cantante ammette di fare cento cose per sentirsi viva. “Di questi tempi non puoi fare l’artista che vive in apnea e riaffiora solo quando ha un disco nuovo da promuovere” assicura.
“Io cerco di stare in mezzo agli altri per meritarmi il loro affetto e di guadagnare abbastanza per andarmene a dormire serena la sera come faceva mio padre, che ha lavorato tutta la vita per non farci mancare nulla”. Insomma, per Arisa, il palco viene prima di tutto; che davanti al microfono poi canti “Guardando il cielo” o “Dancing queen” degli Abba non è così decisivo. “Voglio avere solo canzoni bellissime da interpretare. Canzoni che sappiano emozionare innanzitutto me stessa, perché è importante per me credere in ogni singola parola che esce dalla mia bocca. Nel mio piccolo, con le mie piccole possibilità e con la mia musica, cerco di dare messaggi importanti, che possano illuminare le persone”