
Loro le protagoniste: una madre e una figlia. Dal rapporto piuttosto conflittuale. Per così dire. E già viene da...
Loro le protagoniste: una madre e una figlia. Dal rapporto piuttosto conflittuale. Per così dire. E già viene da fuggire dall’altra parte della casa... Ma per fortuna qui si parla di teatro. Della bellezza di un testo che già nel 1996 ha fatto conoscere a Londra il grande talento di Martin McDonagh. E di una coppia di attrici che funzioneranno parecchio al botteghino: Ambra Angiolini e Ivana Monti. Il resto è da scoprire in "La Reginetta di Leenane", da domani al 22 giugno al Franco Parenti. Nuova produzione. Affidata alla regia di Raphael Tobia Vogel. Mentre in scena ci saranno anche Stefano Annoni e Edoardo Rivoira ad affiancare le montagne russe di questo amore filiale, alimentato dall’odio e dal rancore e dalla dipendenza reciproca. "Uno dei grandi temi rimane in qualche modo la salute mentale – ha sottolineato Ambra –, la riflessione intorno al fatto che siamo tutti isole. Stiamo al mondo da soli e con l’acqua intorno, generando pensieri difficili da sostenere. Le protagoniste sono ormai incapaci perfino di scambiarsi quella carezza che cambierebbe le cose. Bisognose di amore ma consapevoli che il sentimento non è più sufficiente". La curiosità nasce prima di tutto dal testo di McDonagh, composto poco più che ventenne. E se a teatro in Italia il suo nome dice ancora poco, rispetto al cinema parliamo di un vero e proprio fenomeno, che negli ultimi anni ha scritto e diretto quattro film cult: "In Bruges", "7 psicopatici", "Tre manifesti a Ebbing, Missouri"; "Gli spiriti dell’isola". Uno più bello dell’altro. Sul palco quindi un’ironia nerissima. Velata di nichilismo. Visto che il progetto è intriso di quella sua comicità dissacrante che distrugge tutto ciò che trova davanti a sé. D.V.