Alida Valli, la Diva che rinunciò a Hollywood

I film della grande attrice in rassegna al Mic di DIEGO VINCENTI

Alida Valli

Milano, 27 marzo 2016 - ​Alida Maria Altenburger von Markenstein und Frauenberg: così all’anagrafe. Nome altisonante, certo. Ma un filo impegnativo per la carriera d’attrice. Nasce così Alida Valli, sfogliando l’elenco telefonico. Bella da togliere il fiato, forse ancor più brava. E infatti lavora solo con i migliori, da una parte e dall’altra dell’oceano: Orson Welles, Visconti, Hitchcock, Mario Soldati, Dario Argento, Zurlini, Antonioni. Una vita piena, di successi e grandi amori. Qualche dolore, gli ultimi anni vissuti nell’indigenza salvo ritrovarsi poi tumulata nel Verano a Roma. Era il 22 aprile 2006, dieci anni fa. Puntuale arriva l’omaggio della Cineteca Italiana: “Alida Valli, la Diva”, retrospettiva abbastanza corposa in programma da martedì al Mic. Un cartellone di una dozzina di titoli, dagli esordi agli ultimi ruoli passando (ovviamente) per il periodo americano. Quando il produttore Selznick la volle a tutti i costi a Hollywood per trasformarla nella Ingrid Bergman italiana. Ci riuscì solo in parte, visto che l’esperienza fu intensa ma durò solo un paio d’anni. Con la Valli insofferente a regole e schemini, che decise addirittura di pagare una corposa penale pur di tornarsene in Europa.

Martedì alle 17 si comincia proprio con una delle opere di quel periodo, “Il caso Paradine” di Alfred Hitchcock del 1947, con l’attrice italiana (ma nata a Pola) affiancata da Gregory Peck. Giovedì alla stessa ora si rivede invece “Senso”, il capolavoro di Visconti tratto dal racconto di Camillo Boito, con la Valli a interpretare l’indimenticabile contessa Livia Serpieri, che ha la pessima idea di intendersela con un vile ufficiale austriaco. Sullo sfondo la Terza Guerra d’indipendenza italiana. Corposo il programma di venerdì: alle 15 l’inquietante “Occhi senza volto” di George Franju, alle 17 “Il terzo uomo” di Carol Reed con Orson Welles mentre alle 19 “Suspiria” di Dario Argento: puro terrore. E poi ancora “Piccolo mondo antico” di Mario Soldati, classico del 1941; il bellissimo “La prima notte di quiete” di Zurlini, dove la Valli interpreta l’ambigua madre dell’allieva di cui si innamora Alain Delon; “Il grido” di Antonioni, uno dei lavori più compiuti e solidi del regista ferrarese, prima dei capolavori sull’incomunicabilità borghese. A chiudere la rassegna anche il debutto assoluto su grande schermo ne “Il feroce Saladino” di Mario Bonnard (1937), “Il miracolo delle campane” di Irving Pichel con Frank Sinatra, “Il disordine” di Franco Brusati nella Milano anni Sessanta. Nota a margine: Alida fu anche fra le poche (pochissime) attrici a rifiutarsi di girare film di propaganda fascista. Si è grandi non solo per i ruoli che si interpretano. Dal 29 marzo al 17 aprile al MIC – Museo interattivo del Cinema in viale Fulvio Testi, 121. Biglietti 5.50/4 euro, info: 02.87242114.