Zona arancione per Abruzzo, Friuli, Piemonte e Sicilia. In giallo Puglia e Sardegna

Firmata l'ordinanza che segna il passaggio di zona di sei regioni. La Valle d'Aosta resta in arancione

Milano, 21 gennaio 2022 -  Zona rossa, arancione, gialla e bianca: in attesa che il Governo prenda una decisione riguardo il sistema delle fasce a colori per le regioni che prevede ancora restrizioni diverse in base alla gravità della curva epidemiologica, misurata con tre indicatori (incidenza dei nuovi casi settimanali su centomila abitanti, posti letto occupati nelle terapie intensive e in area medica), Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte e Sicilia passano in arancione. Puglia e Sardegna in giallo. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza ha firmato una nuova ordinanza. Si aggiungono alla Valle d’Aosta che è già in arancione, mentre in bianco rimangono Basilicata, Molise e Umbria. 

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Rt in calo, incidenza si stabilizza

Nel periodo 22 dicembre 2021 - 4 gennaio 2022, l'Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,31 (range 1,00 - 1,83), in diminuzione rispetto alla settimana precedente (era a 1,56) ma ancora al di sopra della soglia epidemica. E' quanto emerge dai dati del monitoraggio settimanale della Cabina di regia di Ministero della Salute e Istituto superiore di Sanità. Lo stesso andamento, spiega il monitoraggio, si registra per l`indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero (Rt=1,01 (0,99-1,02) all`11/01/2022 vs Rt = 1,2 (1,18-1,22) al 4/01/2022. Si sottolinea però che diverse Regioni/PPAA hanno segnalato problemi nell`invio dei dati del flusso individuale e non si può escludere che tali valori possano essere sottostimati. L'incidenza settimanale a livello nazionale si è stabilizzata: 2011 ogni 100.000 abitanti (14/01/2022 -20/01/2021) vs 1988 ogni 100.000 abitanti (07/01/2022 -13/01/2021), dati flusso ministero Salute. 

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Terapie intensive e area medica

Sempre stando al monitoraggio della Cabina di regia Iss-ministero della Salute sul Covid-19, è stabile il tasso di occupazione in terapia intensiva: al 17,3% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 20 gennaio) vs 17,5% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 13 gennaio). Il  tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale invece al 31,6% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 13 gennaio) vs il 27,1% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 13 gennaio). Sette Regioni/PPAA sono classificate a rischio alto secondo il DM del 30 aprile 2020 (la scorsa settimana erano 13), di cui 3 a causa dell`impossibilità di valutazione per incompletezza dei dati inviati. Mentre, 11 Regioni/PPAA risultano classificate a rischio moderato (sette giorni fa erano 8). Tra queste, cinque sono ad alta probabilità di progressione a rischio alto e tre a rischio basso. Quindici Regioni riportano almeno una singola allerta di resilienza, mentre tre ne riportano molteplici. 

L'attuale mappa dell'Italia

Con le ultime modifiche, da lunedì 17 gennaio sono in zona bianca: Basilicata, Molise, Puglia, Sardegna e Umbria. Sono, invece, in fascia gialla Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Sicilia, Toscana, Veneto e le Province autonome di Trento e di Bolzano. La Valle d'Aosta è in arancione

Nuove Regioni in zona gialla

Puglia e Sardegna passano in zona gialla. In Puglia è salita al 14% l'occupazione dei posti letto Covid nelle terapie intensive della Puglia: lo rileva il monitoraggio dell' Agenas. Mentre in Italia, mediamente, dall'11 gennaio scorso il tasso di occupazione si è attestato al 18%, in Puglia è passato nello stesso periodo dal 10 al 14%. Nei reparti di Medicina, invece, l'indice di occupazione è pari al 23% contro una media italiana del 30%.

Regioni a rischio zona arancione

Passano invece in zona arancione.Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte e Sicilia passano in arancione

FRIULI VENEZIA GIULIA -  Il Friuli Venezia Giulia rischia di passare in zona arancione da lunedì 24 gennaio perché, secondo l'ultimo monitoraggio Agenas, si registra registra un'occupazione al 22,9% nelle terapie intensive e l 33,6% in area medica. Inoltre, secondo quanto è emerso dal monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe, ella settimana dal 12 al 18 gennaio, è stata registrata una performance in peggioramento per i casi attualmente positivi per 100mila abitanti, pari a 4.270, e si è evidenziato un aumento dei nuovi casi, pari al 16,6%, rispetto alla settimana precedente. Restano sopra soglia di saturazione i posti letto in area medica e in terapia intensiva occupati da pazienti Covid-19, rispettivamente pari al 34,1% e al 24%. 

PIEMONTE - Il Piemonte potrebbe passare in zona arancione da lunedi' 24 gennaio.  Dai dati del pre-report settimanale del ministero della Salute - Istituto superiore di sanita' emerge che nella settimana 10-16 gennaio in Piemonte il numero dei nuovi casi e dei focolai cresce, ma in modo contenuto rispetto alle settimane precedenti. Si abbassa l'Rt puntuale calcolato sulla data di inizio sintomi che scende da 1.88 a 1.07 e cala di un punto anche la percentuale di positivita' dei tamponi dal 30 al 29%. L'incidenza e' di 2.259,10 casi ogni 100 mila abitanti. Il tasso di occupazione dei posti letto di terapia intensiva si abbassa dal 23,2% al 22,8 mentre quello dei posti letto ordinari sale dal 28,4% al 30,3%, cioe' dello 0,3% sopra la soglia prevista per la permanenza in zona gialla.  "Nonostante un quadro complessivo che dimostra sia nella diffusione del virus che nel numero di nuove ospedalizzazioni una situazione in costante miglioramento - spiegano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l'assessore alla Sanita' Luigi Genesio Icardi - il Piemonte ha superato in piccolissima percentuale (0,3%) uno dei parametri per il passaggio in arancione e su questo ha inciso evidentemente il ricovero delle persone non vaccinate, che continuano a occupare i due terzi delle nostre terapie intensive e piu' della meta' dei posti letto ordinari, ponendo il Piemonte cosi' come altre regioni in Italia sopra la soglia di allerta. E' bene pero' precisare - aggiungono - che l'ingresso in zona arancione per le persone vaccinate non portera' nessuna privazione e ulteriori restrizioni nelle loro attivita' quotidiane e nella loro socialita'". 

SICILIA - Secondo l'ultimo il monitoraggio Agnensa, in Sicilia si registra il 20% nelle terapie intensive e il 37% in area medica. La Sicilia non è ancora in zona arancione, ma buona parte dell'Isola sì: 126 comuni lo saranno fino al 26 gennaio, altri 11 fino al 2 febbraio. Il totale fa 139, ovvero più di un terzo dei comuni siciliani. La provincia di Messina è quella dove prevale più delle altre il colore arancione: sono 55 i comuni in cui fino al 26 gennaio saranno in vigore le restrizioni. A seguire c'è la provincia di Trapani, dove fino al 26 gennaio 24 comuni saranno in zona arancione, poi quella di Siracusa con 19 comuni e 12 in provincia di Agrigento. Restrizioni in 8 Comuni in provincia di Caltanisetta, più virtuosa quella di Palermo con soli 7 comuni. Ma la provincia che al momento detiene il record siciliano per minor numero di comuni in zona arancione è quella di Catania con solo Misterbianco Le ordinanze del presidente della Regione hanno così imposto limitazioni in quelle realtà dove il numero dei contagi preoccupa di più.  "Zona arancione vicina? Spero di no, i dati al momento sono dalla nostra parte. Però ogni giorno la situazione può mutare anche nello spazio di qualche ora. Dobbiamo continuare a essere prudenti, sta aumentando il numero delle prime e delle terze dosi", ha commentato il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci.

ABRUZZO - In Abruzzo il tasso di occupazione dei posti letto sale al 22 (+2%) per le terapie intensive e al 32% per l'area non critica, a fronte di valori limite rispettivamente del 20 e del 30%. L'incidenza settimanale dei contagi per centomila abitanti, da oltre un mese superiore alla soglia limite di 150, è a 1.988. In attesa del monitoraggio settimanale dell'Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute, tutti gli indicatori sono da zona arancione. Gli ultimi dati, comunque, continuano a confermare la frenata della corsa del virus, anche se i numeri sono stabili su valori altissimi.

Regioni a rischio zona rossa

Nonostante i dati peggiornino non passa in zona rossa la Valle d'Aosta, ormai già da una settimana in arancione. Confermano l'ottimismo del presidente Erik Lavevaz è ottimista: "I dati di questa settimana collocherebbero la Valle d' Aosta in zona gialla e allontanano il pericolo di finire in zona rossa". Poi, ha spiegato: "Il passaggio in arancione, legato a pochi casi, ha causato un grave danno d'immagine alla Regione: questo in una stagione cruciale per noi e per tutto il settore del turismo invernale, che ha messo in campo un grande lavoro di preparazione e grandi attenzioni. Questo altalenare di situazioni, legato ai piccoli numeri della nostra Regione, è un segno di come sia necessario rivedere nel complesso il sistema delle regole e andare verso un superamento delle zone di rischio come inteso finora''.  ''Andiamo verso una convivenza con il virus, che possiamo affrontare con l'esperienza accumulata fin qui e con lo strumento imprescindibile della vaccinazione", ha concluso Lavevaz.

E la Lombardia?

"La Lombardia resta in zona gialla.  Lo confermano i dati del monitoraggio settimanale della cabina di regia dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) e Ministero della Salute, riunita oggi, come ogni venerdì. Ora bisogna semplificare le norme di quarantena o isolamento sia per le scuole che per i cittadini”. E' quanto ha scritto in un post sulla sua pagina Facebook il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. "Il parametro delle terapie intensive, rispetto ai dati esaminati la scorsa settimana - ha proseguito il governatore - scende dal 17 al 15%, quindi ampiamente sotto la soglia del 20% che avrebbe fatto scattare il passaggio in arancione. Ma ci sono altri dati incoraggianti che vale la pena sottolineare. L’indice Rt sintomi, cioè quello dei contagi è sceso da 2,16 a 1,29 e soprattutto, ancora più importante quello ospedaliero passa da 1,28 a 0,99, quindi nuovamente sotto all'1". "Ciò significa - ha aggiunto Fontana - che l'indice di contagio registra una frenata e quindi non è in espansione. Un evento sicuramente conseguenza delle vaccinazioni che dimostra l'efficacia di queste ultime a mitigare gli effetti della malattia da Covid. Un segno che potrebbe indicare che anche questa nuova ondata stia per essere superata. Allora continuiamo a rispettare le regole, ma torniamo a guardare con ottimismo al futuro. Sicuramente dovremo ancora convivere con questo virus, ma allontaniamo panico e allarmismo". "Il mio impegno - ha concluso il presidente Fontana - sarà orientato a chiedere al Governo di semplificare le norme sia per le scuole che per i cittadini in quarantena o isolamento, tenuti in ostaggio da lungaggini burocratiche che devono essere semplificate con procedure automatizzate". 

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Quando si passa in zona gialla e le regole

Tre sono i parametri che determinano il colore della regione: incidenza, occupazione dei posti letto in area medica (ricoveri ordinari) e occupazione delle rianimazioni (terapie intensive). Perché scatti la zona gialla devono essere contemporanemanete superate tre soglie limite: 50 casi per 100mila abitanti per quanto riguarda l'incidenza: soglia superata in tutte le regioni; 15% di posti letto occupati in area medica e il 10% di posti letto occupati in terapia intensiva. 

LE REGOLE - Tra zona bianca e zona gialla le differenze sono state sostenzialmente azzerate dai decreti varati dal governo nell'ultimo mese per fronteggiare la diffusione della variante Omicron. Dal punto di vista pratico, infatti, il passaggio non cambia molto in quanto l'obbligo di mascherina anche all'aperto è già in vigore in tutto il Paese e il limite delle 4 persone al tavolo è stato superato dall'obbligo di Super green pass per bar e ristoranti. 

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Quando si passa in zona arancione e le regole

Per passare da giallo ad arancione devono essere superate tutte e tre le seguenti soglie: l'incidenza sfora i 150 casi per 100mila abitanti; la percentuale di posti letto nelle terapie intensive va oltre il 20%; il tasso di ricoveri in area medica supera il 30%.

LE REGOLE - Le restrizioni della zona arancione non riguardano chi possiede il super Green pass (si ottiene con la vaccinazione o la guarigione), ma sono dirette ai non vaccinati.  Per chi non ha il green pass, gli spostamenti con mezzo proprio verso altri comuni della stessa Regione o verso altre Regioni/P.A. sono consentiti solo per lavoro, necessità, salute o per servizi non sospesi ma non disponibili nel proprio comune (con autocertificazione). Restano consentiti invece gli spostamenti da comuni di massimo 5.000 abitanti, verso altri comuni entro i 30 km, eccetto il capoluogo di provincia. È vietato l'accesso ai negozi presenti nei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi (eccetto alimentari, edicole, librerie, farmacie, tabacchi). Fino al 10 gennaio, quando sarà vietato in tutta Italia, è vietato l'accesso a bar e ristoranti sia al bancone sia ai tavoli (anche all'aperto) e a centri benessere, termali e parchi tematici, palestre, piscine, musei, mostre e cinema. Chi ha il green pass base (tampone negativo): è vietato l'accesso ai negozi presenti nei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi (eccetto alimentari, edicole, librerie, farmacie, tabacchi), l'effettuazione di corsi di formazione in presenza e la pratica di sport di contatto all'aperto.

Quando si passa in zona rossa e le regole

Per il passaggio dalla zona arancione a quella rossa bisogna oltrepassare contemporaneamente tre soglie: incidenza sempre superiore ai 150 casi ogni centomila abitanti, 40 per cento di posti letto occupati nei reparti ordinari e 30 per cento nelle terapie intensive.

LE REGOLE - In zona rossa si torna in lockdown, e vale per tutti, vaccinati o no. Quindi vietato uscire di casa se non per motivi di necessità, lavoro, salute (obbligatoria l'autocertificazione). Chi ha il Green pass potrà però spostarsi tra regioni. Chiudono i negozi, tranne quelli di prima necessità. Ristorazione possibile fino alle 22, ma solo da asporto. La scuola torna in Dad al 100%.