MAURO CERRI
Cronaca

Vaccinazioni fatte ma niente certificazione verde: i fantasmi del Green Pass

La storia di Federica Rigoldi, vaccinata all'estero e ostaggio della burocrazia ai tempi del Covid. Come lei tanti altri cittadini

Green pass

Green pass

Milano, 19 agosto 2021 - Ci sono centinaia di cittadini italiani che hanno concluso il ciclo vaccinale o sono guariti dal covid ma, pur potendo dimostrarlo, non riescono a ottenere il Green Pass a cui avrebbero diritto. La maggior parte si è vaccinata o curata all'estero e ora ha scoperto che il sistema sanitario italiano non riesce a "leggere" i documenti stranieri e a tradurli nel tanto agognato Qr Code. La storia di Federica Rigoldi, ricercatrice colognese di 31 anni, è il manifesto di questi nuovi casi di mala-burocrazia ai tempi del Covid.

Partiamo dall'inizio: quando e dove si è vaccinata?

"Ho iniziato e concluso il ciclo vaccinale con Moderna a Boston, dove ho lavorato fino a Maggio in un istituto di ricerca. Prima dose il 17 aprile, seconda il 13 maggio: tutto è filato liscio, nessun problema. Sapevo che la certificazione rilasciata negli Stati Uniti sarebbe stata riconosciuta anche in Italia per l'ottenimento del Green Pass. Ma a giugno, quando sono tornata a Cologno Monzese, sono iniziati i problemi"

Una circolare del ministero della salute chiarisce che i vaccinati all'estero con Moderna, Pfizer e Astrazeneca devono trasmettere le certificazioni all'asl di competenza per poi accedere al Green Pass. Non è andata così?

"Non proprio. Come da protocollo ho trasmesso i dati via mali all'Asst Nord Milano il 28 luglio. Le due vaccinazioni sono state registrate immediatamente sul mio fascicolo sanitario, ma non mi è stato ancora rilasciato il Certificato Verde Covid 19"

A quel punto che ha fatto?

"Mi sono attaccata al telefono, parlando con i call center dedicati a Green pass e vaccinazioni. Per Regione Lombardia è tutto a posto e deve essere il ministero della salute a rilasciarlo. Ma chiamando il  numero di pubblicà utilità 1500 per l'emergenza Covid, gli opeatori ogni volta aprono una segnalazione per richiedere i dati alla Regione  e mi assicurano ripetutamente che ricevero’ il green pass entro quattro giorni, ma finora non ho avuto nessun riscontro"

Quali disagi sta subendo?

"Dal 6 agosto giorno in cui e’ diventato operativo il green pass non posso piu’ andare in mensa, in piscina, in palestra, al bar e al ristorante. Se il mio datore di lavoro lo rendesse obbligatorio, ci sarebbero delle ripercussioni anche nella mia attività lavorativa. Le inadempienze del Ministero e della Regione Lombardia  stanno danneggiando enormemente la mia vita, c’e’ una lesione dei miei diritti di cittadina. Quando me lo chiedono mostro i documenti delle vaccinazioni fatte a Boston ma non basta"

Cosa teme di più?

"Lavorando a Genova, dove sono una ricercatrice post-dottorato e vivendo a Milanoquando verrà reso obbligatorio il green pass sui treni interregionali non potro’ piu’ recarmi al lavoro. Altri colleghi sono nella mia stessa situazione".

Cosa intende fare ora?

"Tutto il possibile perché venga riconosciuto il mio diritto, scriverò a Letizia Moratti in persona: è un'ingiustizia che va sanata al più presto"

 

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