Vaccini anti-covid, tre milioni di dosi entro Pasqua

Sono più di quante arrivate in 45 giorni. Intanto Tajani critica l'Ue ed è scontro sulla fine del lockdown

Una dose di AstraZeneca

Una dose di AstraZeneca

Milano - Tra domani e Pasqua arriveranno in Italia quasi 3 milioni di dosi di vaccino anti-Covid: in una settimana più di quanti ne siano stati consegnati in 45 giorni tra gennaio e febbraio. "Un quantitativo importante che segna l'effettivo cambio di passo", dice il Commissario per l'emergenza Francesco Paolo Figliuolo. Le dosi saranno così composte: oltre un milione di Pfizer, oltre 500mila di Moderna e un milione e 300mila di Astrazeneca. Numeri che, se confermati, faranno sì che Pfizer e Moderna avranno rispettato le consegne previste dal piano del ministero della Salute per il primo trimestre, mentre l'azienda anglo svedese sarebbe in difetto per circa un milione e mezzo di dosi, visto che ne aveva promesse 5.352.250.

Intanto si sono superate le 9 milioni di dosi somministrate, di cui 3 milioni di richiami. Il tasso di positività cala al 6,6%, 380 i decessi. Intanto però Antonio Tajani attacca la Ue sula gestione della campagna vaccinale e invita il premier Mario Draghi a un maggiore coordinamento tra Paesi membri. Dopo il caso dei 29 milioni di dosi di vaccino scoperte settimana scorsa nel sito produttivo di AstraZeneca, ad Anagni, la questione vaccini rimane in cima alla lista delle criticità nel vecchio continente rischiando di trasformarsi in un pericoloso boomerang per la stabilità politica ed economica della stessa  Comunità europea, divisa al suo interno e in ritardo nella partita alla corsa al vaccino rispetto a Usa e Gran Bretagna. Da parte sua Matteo Salvini insiste per interrompere il lockdown dopo Pasqua quando torneranno in classe 6 alunni su 10.   

 

Antonio Tajani
Antonio Tajani

L'attacco 

"Il quasi fallimento del Consiglio europeo di giovedì è la sfortunata dimostrazione che, a un anno dall'inizio della pandemia, i problemi sono ancora tanti". Antonio Tajani entra a gamba tesa nella difficile gestione europea della lotta al virus e, soprattutto, sulla campagna vaccinale.  "Sono stati fatti errori - spiega l'europarlamrentare di Forza Italia -:  siamo indietro sui piani vaccinali in tutta l'Unione ed e' evidente che l'approccio negoziale dell'Ue sia stato troppo leggero. Bene l'aver agito insieme, ma l'acquisto dei vaccini è stato trattato come l'acquisto di un'auto: paghi, vai dal concessionario dopo qualche mese, ma l'auto non c'è. Ti puoi lamentare, ma il problema, che in questo caso si traduce in migliaia di morti al giorno, resta. Non era difficile immaginare che sui vaccini si sarebbe aperta una gara tra blocchi e nazioni visto che prima si vaccina e prima si può riaprire e dunque far ripartire l'economia". E così dopo il caso dei 29 milioni di dosi di vaccino scoperte settimana scorsa nel sito produttivo di AstraZeneca, ad Anagni, la questione vaccini rimane in cima alla lista rischiando di trasformarsi in un pericoloso boomerang per la stabilità politica ed economica della Comunità europea, divisa al suo interno e in ritardo nella partita alla corsa al vaccino rispetto a Usa e Gran Bretagna.     

 

Una dose di AstraZeneca
Una dose di AstraZeneca

AstraZeneca nel mirino

Tajani AstraZeneca nel mirino spiega le ragioni del suo attacco. "L'Ue ha finora esportato 77 milioni di dosi in tutto il mondo, ma abbiamo ricevuto zero da Usa e Gran Bretagna. Perchè AstraZeneca rispetta il contratto con quest'ultima e non con noi? Hanno cominciato prima, certo. Ma non sarà forse che, essendo una società inglese, subisce la moral suasion del suo governo? A noi è mancata la politica che doveva governare il negoziato di acquisto: è mancata quella pressione "politica" sui produttori per far valere le nostre ragioni, che non sono da meno di quelle degli altri" 

Ursula von der Leyen
Ursula von der Leyen

Il derby

L'analisi di Tajani prosegue sul piano geopolitico. "Se il democratico Joe Biden dice oggi "prima gli americani", noi diciamo "prima gli europei". Come Europa abbiamo giustamente finanziato la ricerca sui vaccini che sono arrivati a tempo di record, abbiamo siti produttivi e aziende all'avanguardia, ma, almeno per ora, nessun grande gruppo che produce vaccini è europeo. Ecco perchè, da europeisti, da uomini e donne che credono da sempre nel libero mercato, diciamo oggi che è necessario il blocco delle esportazioni, che bisogna pretendere condizioni di reciprocità: a mali estremi, estremi rimedi".

Il premier Mario Draghi
Il premier Mario Draghi

L'assist a Draghi

L'europarlamentare di Forza Italia chiede a Mario Draghi "un cambio di passo immediato da parte dell'Ue, non regole ingessate che, al mutare delle condizioni, si trasformano in trappole". Del resto era stato lo stesso premier a telefonare a Ursula Von der Leyen dopo la scoperta dei 29 milioni di dosi stoccate nel sito produttivo di Anagni. L'Italia è l'unica dei paesi membri ad essersi fatta sentire