Un “abbraccio letale“ tra resa e indifferenza

OLGIATE MOLGORA (Lecco)

Era più vecchio, più grande e probabilmente più bello del “gemello“ di Milano. Per il glicine di Villa Noseda a Olgiate Molgora però non si è mobilitato nessuno. È stato abbattuto nell’indifferenza generale. Nei giorni scorsi sono stati tagliati il glicine e il cedro centenario che crescevano avviluppati l’uno all’altro e svettavano per oltre 30 metri nel parco. Quell’abbraccio, alla fine, si è rivelato letale: il glicine ha ucciso il cedro che lo sorreggeva, trasformandolo in un tronco scheletrico privo di linfa.

L’unico modo per tenere in vita almeno il glicine sarebbe stato quello di assicurare il cedro morto con un sistema di cavi e tiranti: troppo costoso. I proprietari non disponevano delle risorse economiche necessarie e dal Comune non avrebbero potuto investire soldi a sostegno dei privati. Per evitare che il cedro crollasse, trascinandosi appresso il glicine, è stata così ordinata la fine di entrambi. "Eravamo pronti a intervenire perché sembrava che i proprietari non fossero nelle condizioni di farlo – spiega il vicesindaco Matteo Fratangeli –. Alla fine non è stato necessario".

Villa Noseda è una dimora neoclassica. È stata anche la casa del senatore del Regno d’Italia Enea Noseda, morto nel 1947 a 79 anni dopo essere stato procuratore generale del Tribunale supremo militare, della Corte d’appello e della Corte di Cassazione. Venne cacciato da Olgiate dai partigiani perché aveva sostenuto i fascisti.

Daniele De Salvo