Legnano: arrestati sindaco e due assessori: nomine pilotate e corruzione

Ai domiciliari Fratus e la titolare dei lavori pubblici Lazzarini. In carcere il vicesindaco Cozzi. Olgiati (M5S): "Vicenda emersa anche grazie a noi"

Gianbattista Fratus

Gianbattista Fratus

Legnano (Milano), 16 maggio 2019 - Procedure di selezione pilotate per favorire personaggi "graditi". Ruota attorno a questa accusa l'inchiesta della Procura di Busto Arsizio che questa mattina ha portato all'arresto del sindaco leghista di Legnano, Gianbattista Fratus (Lega), finito ai domiciliari per turbativa d'asta e corruzione elettorale. Ai domiciliari anche l'assessore ai lavori pubblici Chiara Lazzarini (Forza Italia) con l'accusa di turbativa d'asta. Stesso campo di imputazione per il vicesindaco Maurizio Cozzi (Forza Italia) che però è finito in carcere. Il Prefetto di Milano ha quindi deciso di sospendere il sindaco e ha di fatto commissariato il Comune. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Milano, coordinati dal procuratore di Busto Arsizio, Gianluigi Fontana, le procedure "pilotate" riguarderebbero la selezione di un dirigente per lo sviluppo organizzativo del Comune di Legnano, la nomina del nuovo direttore generale della municipalizzata dei rifiuti della stessa cittadina lombarda e l'affidamento di un incarico professionale in una partecipata del Comune di Legnano.  Nel mirino dei pm è finito anche l'incarico in una società pubblica disposto dal sindaco Fratus a favore della figlia di un candidato alle amministrative del 2017 che era stato escluso già al primo turno. Secondo gli inquirenti, l'uomo avrebbe ricevuto da Fratus la promessa di un incarico in una società pubblica per la figlia in cambio del suo appoggio elettorale al ballottaggio. Sono in tutto sette gli indagati nell'inchiesta: le fiamme gialle stanno effettuando una serie di perquisizioni nei loro uffici e abitazioni. «La cosa più allarmante e disarmante è che gli indagati tutti hanno scarsissimo senso della legalità e non percepiscono assolutamente la gravità delle loro azioni, quasi fosse un modus operandi che, solo perché diffuso, è legalizzato. Così non è»: è quanto ha detto il sostituto procuratore di Busto Arsizio Nadia Calcaterra commentando l'indagine che ha coinvolto il sindaco di Legnano e due assessori della sua giunta.

A far scattare le indagini sarebbe stata anche "una segnalazione trasmessa alla procura dal MoVimento 5 Stelle di Legnano". Lo rende noto Riccardo Olgiati, portavoce alla Camera per il MoVimento 5 stelle ed ex consigliere comunale a Legnano. "Siamo convinti di aver dato un contributo prezioso alle indagini. Ad inizio 2018 veniva recapitato al Movimento 5 Stelle di Legnano un dossier anonimo che conteneva una serie di informazioni in ordine a presunte irregolarità nelle procedure di assunzione nella società Amga spa. Ritenuti i fatti in esso contenuti gravi e particolarmente circostanziati, lo abbiamo sottoposto all'attenzione della Procura competente affinché svolgesse i dovuti approfondimenti, e così è stato. Purtroppo, in queste ore, non possiamo fare a meno di constatare che lì dove avevamo intuito la presenza di una zona grigia gli inquirenti hanno effettivamente riscontrato delle ipotesi di reato gravi", conclude