Tso, cos'è, chi lo decide e quando?

Nel 2020 in Italia sono stati 5.398 i casi di trattamento sanitario obbligatorio

Cos'è il Tso? Chi può imporlo? Cosa comporta? Cosa serve? Funziona? Tutte domande di stretta attualità visto l'omicidio di Alika Ogorchukwu a Civitanova Marche o il meno cruento episodio deli''uomo seminudo in giro per Osnago armato di coltello che minacciava i passanti. La cronaca locale di tutti i giorni  riporta episodi, magari con protagonisti alcolisti o tossicodipendenti in crisi, di violenza che finiscono con un Tso. Storie di disagio mentale, cresciute con la pandemia Covid, che spesso non trovano soluzione nelle strutture saniatarie locali o per l'atteggiamento, comprensibile ma sbagliato, delle famiglie del malato.

 

Cos'è il Tso

Il Tso è regolamentato dagli articoli 33, 34 e 35 della legge 833 del 1978, che prevedono la possibilità che un cittadino venga sottoposto a interventi sanitari in condizioni di ricovero ospedaliero contro la sua volontà "solo se esistano alterazioni psichiatriche tali da richiedere urgenti interventi terapeutici, se gli stessi non vengano accettati dall'infermo e se non vi siano le condizioni e le circostanze che consentano di adottare tempestive e idonee misure sanitarie extraospedaliere.

Chi lo decide

L'attivazione del  Trattamento sanitario obbligatorio prevede un'ordinanza del sindaco, convalidata dal giudice tutelare, su proposta motivata di un medico, preferibilmente approvata da un medico del Dipartimento di salute mentale o da altro medico della struttura pubblica.

Cosa comporta?

Le conseguenze del Tso sono il ricovero immediato che prevede il trattamento della patologia in questione. Per legge, il trattamento si protrae per sette giorni, durante i quali la persona viene sottoposta alle cure necessarie per la sua incolumità fisica e psichica.

Serve veramente?

Certamente è necessario nella fase acuta del disagio mentale ma poi è fondamentale che il paziente venga seguito dalle strutture territoriali. "Il Tso - si legge nel Rapporto salute mentale del ministero della Salute  - è una modalità di intervento da ritenere straordinaria, a fronte di un sistema assistenziale efficace nella presa in carico ordinaria dei pazienti (anche i più gravi)". 

Lo psichiatra

Lo psichiatra Massimo Cozza, direttore del dipartimento di Salute mentale dell'Asl Roma 2, che ha un bacino di utenza di oltre 1,3 mln di abitanti, il più grande d'Italia, così affronta la questione del Tso:  "Non si può fare perché una persona è pericolosa per sé o per gli altri, ovvero è socialmente pericolosa, quest'ultima non è una categoria scientifica o giuridica. Il socialmente pericoloso esiste oggi solo nella normativa del Codice penale che risale al Codice Rocco del 1930, dove si pensava che il malato di mente fosse organico, inguaribile e da rinchiudere in manicomio". Con la legge 180 del 1978" la legge Basaglia "la pericolosità non è più un requisito per il Tso".  Ma chi oggi ha una diagnosi di disturbo psichiatrico quale tipo di assistenza e aiuto riceve dalla sanità pubblica? "In Italia esiste una rete di servizi e dipartimenti di salute mentale, ma negli anni sono diminuiti drasticamente i finanziamenti, mancano rispetto all'ultima rilevazione 11mila operatori". 

 

I numeri del Tso

Nel 2020 sono stati registrati 5.398 Tso  che rappresentano il 7,1% dei ricoveri avvenuti nei reparti psichiatrici pubblici (76.351). La Sicilia è la regione con più Tso, 857. Sono gli ultimi dati disponibili riportati dal Rapporto salute mentale del ministero della Salute presentato nel marzo del 2022. Rispetto agli anni precedenti c'è un calo dei Tso in Italia, nel 2015 furono oltre 8.200.  A livello nazionale il dato è pari a 1,1 per 10mila abitanti, con variazioni sensibili tra le regioni.

Il libro e la serie Netflix

Al Giffoni Film Festival  è stata presentata Tutto chiede salvezza una serie in arrivo a ottobre su Netflix tratta dal romanzo omonimo di  Daniele Mencarelli che  racconta la storia intima e tormentata di Daniele, un ventenne romano che, dopo una crisi psicotica, si risveglierà all'interno della camerata di un reparto psichiatrico con i polsi allacciati al lettino, scoprendo di essere sotto un regime di Tso, costretto a condividere i successivi sette giorni insieme a cinque compagni di stanza con cui pensa di non avere niente in comune.  E il Tso, secondo Mencarelli "è uno strumento di protezione del soggetto nella fase acuta. Questa istituzione è usata in molti casi positivamente, in altri casi è l'esatto contrario. Il Tso, però, va difeso perché aiuta le persone nel momento di maggiore difficoltà, spesso è un'ottima premessa terapeutica".